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 Editoriale di HTML.it

  Riflessioni sul software Open Source
    Lunedì 13 novembre 2000

Il 10 e 11 novembre si è svolto il terzo Linux Meeting (LiMe) organizzato dal Linux User Group di Roma. Il fiore all'occhiello della manifestazione di quest'anno è stato il Forum tenutosi nel pomeriggio del primo giorno sul Ruolo del software Open Source nella pubblica amministrazione che ha visto la partecipazione dei rappresentanti di tutte le categorie coinvolte nel dibattito (AIPA, Ministero della Pubblica Istruzione, ALCEI, InterLex) compreso un, coraggioso, rappresentante di Microsoft Italia.

Il nodo del problema è più che mai attuale; gran parte della pubblica amministrazione utilizza nel campo informatico software prodotto da una sola software house: la Microsoft Corporation. Pressoché totale è il monopolio esercitato da Office nelle applicazione per ufficio e non va meglio nel campo dei Web Server: Internet Information Server, di Microsoft, è il più utilizzato dai ministeri italiani sebbene Apache, il software Open Source della Apache Software Foundation, sia presente nel 60% dei siti mondiali, laddove il server Microsoft è fermo a quota 19%.

Il dibattito sviluppato attorno a questo tema prende le mosse da alcuni eventi che stanno mobilitando le comunità di sviluppatori in quest'ultimo periodo; primo fra tutte la diffusione sempre più tangibile della "filosofia" e della programmazione Open Source. In due parole: un programma Open Source è un software di cui è possibile conoscere il codice sorgente, ossia la vera e propria struttura che nei software non Open Source è invisibile perché cancellata dalla compilazione in linguaggio macchina, quello che permette al software di essere "compreso" dallo specifico sistema operativo. Ma non solo: un software Open Source deve essere di libera distribuzione (attenzione! non necessariamente gratis), non deve presentare discriminazioni di utilizzo verso campi di applicazioni o specifiche persone e deve essere liberamente modificabile da chiunque. Esempio dell'applicazione di queste linee guida è rappresentato dalla Licenza Pubblica Generica GNU della Free Software Foundation (reperibile in traduzione italiana sul sito di OpenPress, maggiori informazioni in questo articolo). Questo tipo di licenza è applicata ad esempio al sistema operativo Linux, ai software forniti dalla Free Software Foundation e a molti altri.
Una prima impennata nella diffusione di questo modo di distribuire i programmi è venuta quando Netscape decise, nel gennaio 1998, di rendere pubblici i codici sorgente di Netscape Communicator, trasformando un software commerciale in software libero e dando vita allo sviluppo del progetto Mozilla.org. Da allora molti passi sono stati fatti ed anche il mondo istituzionale sta piano piano favorendo, con provvedimenti ad hoc, lo sviluppo dell'Open Source.

I vantaggi sono accertati e sono molteplici; ne vorrei segnalare almeno tre che dovrebbero rendere auspicabile lo sviluppo del software libero:
    Risparmio
    Il Software Open Source è generalmente gratuito, come sono gratuiti tutti i suoi aggiornamenti. È piuttosto singolare che, come abbiamo rilevato sopra, venga utilizzato per la pubblicazione di siti web della pubblica amministrazione un software proprietario dal costo elevato piuttosto che Apache..

    Sviluppo culturale
    Il software Open Source presuppone che vi sia come base imprescindibile del suo sviluppo la libera circolazione delle conoscenze: un programma generato secondo queste modalità presuppone che il conoscere sia frutto di un dialogo, di un confluire di esperienze tra gruppi di programmatori eterogenei e lontani chilometri uniti tra loro grazie ai mezzi telematici. È il concetto di ricerca scientifica nella sua massima espressione, concetto che se favorito fungerebbe certamente da volano per la diffusione di professionalità di cui il nostro paese sente così la mancanza.

    Affidabilità
    Offrire il codice sorgente assieme al programma compilato ed eseguibile significa anche portare a conoscenza l'utilizzatore di cosa fa quel software e di come lo fa. La sicurezza del software utilizzato diventa in ambiti delicati sempre più necessaria; dovrebbe essere un principio comunemente accettato il preferire a programmi di cui ignoriamo completamente le azioni altri che invece agiscono in tutta trasparenza. L'esperienza di Aureate credo abbia convinto anche i più scettici.

Di questi e di altri argomenti si è parlato al Forum del LiMe 2000 e dalla discussione è emerso come in Italia il fenomeno stia lentamente emergendo solo in questo periodo, mentre in paesi come, ad esempio, la Francia la comunità del logiciel libre è molto più sviluppata e influenza positivamente l'attività informatica dello Stato.
In una lettera aperta pubblicata sul sito d'informazione giuridica InterLex si chiede a gran voce un mutamento di rotta che coincida con una maggiore valutazione dei vantaggi del software Open Source. La lettera è stata firmata anche da molti funzionari dello Stato e l'AIPA, l'Autorità per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione, ha fatto sapere durante il dibattito di essere pronta a intervenire per una maggiore competitività nel mercato del software, almeno nelle pubbliche amministrazioni. In pochi, ad essere sinceri, hanno creduto che tutto ciò possa accadere in breve tempo.

di Francesco-Saverio Caccavella

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