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Virtual Machine, Backup e ASR con Azure

Come gestire Virtual Machine, Backup e ASR con Azure.
Come gestire Virtual Machine, Backup e ASR con Azure.
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Macchine virtuali in Azure

L'infrastruttura di Azure consente di operare in un ambiente virtualizzato per la realizzazione dei propri progetti. È possibile creare soluzioni basata su framework .NET in grado di interagire con SQL Server su piattaforma Windows, così come implementare una Web application in PHP e MySQL su Linux, ma indipendentemente dallo stack di riferimento assumeranno un ruolo centrale le macchine virtuali.

Possiamo pensare a una macchina virtuale come un ambiente che emula e in di fatto assume il comportamento e le caratteristiche di un server reale; uno dei principali vantaggi derivanti dall'impiego di macchine virtuali deriva dal fatto di poter configurare più ambienti esecutivi sullo stesso hardware, ciascuno equipaggiato con il proprio sistema operativo, ma ancora di più di poter replicare lo stesso ambiente operativo su più macchine reali, aggiungendo potenza di calcolo per sostenere il carico delle applicazioni.

Vediamo allora come creare una macchina virtuale su Azure. Dalla pagina principale clicchiamo la voce "Macchine Virtuali", presente nella barra laterale a sinistra dell'interfaccia di amministrazione. Giunti nella sezione desiderata si potrà procedure tramite il collegamento "Crea Macchina virtuale".

Figura 1. Interfaccia per la creazione delle macchine virtuali.
Interfaccia per la creazione della macchine virtuali

Fatto questo comparirà un modulo che consentirà di definire le caratteristiche della nuova Virtual Machine; nello specifico l'utilizzatore dovrà definire le seguenti opzioni:

  • "Nome DNS": alla macchina virtuale verrà attribuito un apposito URL che la renderà accessibile, ad esempio "linuxapp.cloudapp.net".
  • "Immagine": a ciascuna macchina virtuale si potrà associare una piattaforma selezionabile tramite un apposito menu a tendina, ad esempio "Ubuntu Server 15.10".
  • "Dimensioni": le caratteristiche della macchina virtuale in termini di configurazione hardware (numero di core, memoria disponibile, dimensioni del disco), ad esempio "A4, 8 core con 14 Gb di memoria", alcune dimensioni forniscono funzionalità addizionali tra cui processori più veloci e accesso più rapido all'archiviazione basata su SSD.
  • "Nome utente": a seconda del sistema operativo scelto questo dato dovrà essere definito dall'utilizzatore o verrà assegnato automaticamente dal servizio, ad esempio "azureuser".
  • "Password": la password per l'accesso sicuro alla macchina virtuale; questa informazione andrà confermata.
  • "Area/Gruppo di affinità": il percorso fisico della macchina virtuale in Azure, richiederà di specificare un'area geografica di Azure tra una delle voci presenti nel menu di selezione.
Figura 2. Creazione di una nuova macchina virtuale.
Creazione di una nuova macchina virtuale

Una volta inserite le informazioni richieste, si potrà cliccare su "Crea Macchina Virtuale" in modo da lanciare la procedura per la sua generazione e la nuova Virtual Machine risulterà in elenco tra quelle disponibili. Per poterla utilizzare bisognerà attendere il completamento della sua fase di avvio alla fine del quale essa risulterà "In esecuzione".

Figura 3. Avvio della macchina virtuale.
Avvio della macchina virtuale

Installare un'applicazione in una macchina virtuale

Una volta configurata una macchina virtuale si dovrà creare un endpoint, sostanzialmente si tratta di un percorso dal quale la VM sarà raggiungibile; per far questo si selezioni la virtual machine creata dalla sezione "Macchine Virtuali" e si vada su "Configura", da qui si potranno definire un nome e una posizione di test per la quale è consigliabile scegliere una località vicina alla propria.

Figura 4. Definire l'endpoint per la macchina virtuale.
Definire l'endpoint per la macchina virtuale

A questo punto, dato che per la VM d'esempio è stata scelta la piattaforma Ubuntu, sarà possibile sfruttare l'accesso sicuro tramite SSH messo a disposizione da Azure per accedere ad essa da remoto. A tale scopo si potrà utilizzare un qualsiasi client SSH, come Putty, per connettersi al sistema virtualizzato tramite l'endpoint associato e la sua porta ("22" nell'esempio).

Figura 5. Connessione alla Macchina Virtuale via SSH.
Definire l'endpoint per la macchina virtuale

Se lo si desidera, ed è pratica consigliabile, si potrà reimpostare una password per l'accesso alla piattaforma tramite la voce "Reimposta password" presente nella dashbord di Azure, con questo dato ci si potrà loggare nel sistema per poter lanciare le istruzioni da riga di comando.

Figura 6. Autenticazione in Ubuntu via client SSH.
Autenticazione in Ubuntu via client SSH

Ora, perché non istallare una soluzione Open Source nel sistema disponibile? Approfittando del fatto che Ubuntu presenta il package dell'environment JavaScript server side NodeJS nei suoi repository si potrà procedere con l'installazione di quest'ultimo lanciando il comando:

sudo apt-get install --yes nodejs

e successivamente, per disporre anche dei build tools a corredo:

sudo apt-get install --yes build-essential

Conclusa anche questa operazione sarà stato creato un ambiente di base per la realizzazione di Web applications utilizzando esclusivamente soluzioni libere e aperte.

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Backup in Azure

La macchina virtuale sarà l'ambiente in cui saranno conservati e gestiti i nostri progetti, è quindi opportuno attrezzarsi per creazione di copie di sicurezza dei dati. Per accedere agli strumenti disponibili per il backup su Azure occorre definire un insieme di credenziali: si parte dalla voce "Servizi di ripristino" del portale di gestione, per poi cliccare su "Insieme di credenziali per il backup" e "Creazione rapida".

Figura 7. Definire l'insieme di credenziali per il backup.
Definire l'insieme di credenziali per il backup

Per completare l'operazione, prima di cliccare sul collegamento "Crea insieme di credenziali" si dovrà attribuire un nome a tale insieme, ad esempio "eliox-linux-app"; una volta lanciato il processo per la creazione dell'insieme si dovrà attendere che l'insieme generato risulti attivo.

Figura 8. Elenco degli insiemi di credenziali per il backup.
Elenco degli insiemi di credenziali per il backup

Fatto questo si potrà definire l'opzione per la ridondanza di archiviazione. È possibile scegliere tra:

Tipo di archiviazione Descrizione
Archiviazione con ridondanza geografica Impostazione consigliabile quando si usa Azure come endpoint primario di archiviazione dei backup.
Archiviazione con ridondanza locale Consigliabile se l'endpoint primario di archiviazione dei backup è diverso da Azure.

L'impostazione delle opzioni di archiviazione dovrà essere eseguita tramite la sezione "Configura" della sezione "Servizi di ripristino" dopo aver selezionato l'insieme di credenziali per il backup precedentemente creato, bisognerà però tener conto che dopo la registrazione di un elemento nell'insieme di credenziali tale opzione risulterà bloccata e non modificabile.

I prossimi due passaggi riguarderanno l'installazione del client Azure Backup Agent sul server locale e la registrazione del server per il servizio di backup tramite i file di credenziali associato all'insieme generato. Prima di scaricare l'Agent sarà necessario avere accesso al file delle credenziali; per far questo, da "Servizi di ripristino" si dovrà selezionare l'insieme di credenziali per il backup creato, per poi cliccare sull'icona "Cloud" con la quale passare alla modalità di "Avvio rapido".

Figura 9. Passaggio alla modalità avvio rapido.
Passaggio alla modalità avvio rapido

All'interno di questa sezione sarà reperibile il link "Scarica credenziali di insieme" che diventeranno disponibili per il download; si potrà ora scaricare anche l'Azure Backup Agent.

Una volta lanciato l'eseguibile con un doppio clic su MARSAgentInstaller.exe si potrà scegliere la cartella di destinazione e la directory denominata Scratch necessaria all'applicazione; una volta installato l'agente si dovrà cliccare su "Procedi alla registrazione" e selezionare il file delle credenziali scaricato in precedenza nella schermata relativa alle credenziali (sezione "Vault identification"). Il file delle credenziali di insieme sarà valido per le 48 ore successive al suo download.

Dalla schermata "Impostazione crittografia" si potrà generare o definire una passphrase per la cifratura dei dati; si ricordi che se la passphrase viene perduta non vi sarà alcun modo per recuperare i dati. Una volta selezionata la voce "Fine", il terminale corrente verrà registrato nell'insieme delle credenziali e si potranno avviare le procedure di backup.

Azure Site Recovery

Azure Site Recovery è un servizio di ripristino fornito dalla piattaforma per la pianificazione di contromisure per il disaster recovery, esso automatizza le procedure di protezione e replicazione delle macchine virtuali. Per la sua attivazione sarà necessario recarsi anche questa volta nella sezione "Servizi di ripristino" di Azure e seguire un percorso simile a quello descritto in precedenza per il backup; questa volta bisognerà però selezionare "Insieme di credenziali di Site Recovery" prima di procedere con la "Creazione rapida":

Figura 10. Definire l'insieme di credenziali di Site Recovery.
Definire l'insieme di credenziali di Site Recovery

Le opzioni disponibili attraverso le quali configurare il ripristino tramite ASR sono numerose, in sostanza l'utilizzatore dovrà scegliere la metodologia di ripristino più adatta alle proprie esigenze, ad esempio tra un sito in macchina virtuale locale e Azure oppure tra due siti entrambi in macchina virtuale locale; ciascuna metodologia prevede una procedura dedicata e differente per la quale l'area di gestione fornirà la documentazione di riferimento.

Figura 11. Opzioni per la configurazione del ripristino tramite ASR.
Opzioni per la configurazione del ripristino tramite ASR

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