Dopo i capitoli tecnici che hanno mostrato le azioni più comuni che possono essere eseguite nel multimediale, ci soffermiamo, in questo capitolo, su una problematica
particolare la cui risoluzione è tuttora in corso.
Stiamo parlando della latenza audio nei sistemi Android. Tecnicamente, ci si riferisce alla latenza come al ritardo temporale che subisce un segnale audio
quando passa attraverso un sistema. Questo “passare attraverso” comprende una sequenza di fasi che possono essere riassunte in tre diverse attività:
conversione analogico-digitale (fase di ingresso), elaborazione, conversione digitale-analogico (fase di uscita).
Il pubblico interessato maggiormente a questa problematica è sicuramente quello dei professionisti della musica (DJ, musicisti o semplicemente appassionati), oltre ovviamente
ad un settore piuttosto ampio di sviluppatori. Sul tema, non si può negare che il mondo Android si trovi in un certo ritardo rispetto ad Apple, anche se
nelle ultime versioni è stato fatto molto per migliorare la latenza audio sui sistemi Android. La ricerca di una “cura” presenta difficoltà relative alla diversità delle origini del problema
stesso: capacità hardware, librerie disponibili, rapporto con il codice nativo, oltre alla consueta aggravante della frammentazione del panorama elettronico,
che non rende universalmente valide le soluzioni individuate.
La corsa verso la bassa latenza ha accelerato molto il suo ritmo negli ultimi anni, vivendo un particolare momento di fama durante il Google IO 2013, in un
talk riguardante il miglioramento delle performance audio:
La documentazione Android specifica che dalla versione 4.1 sono stati introdotti dei cambiamenti architetturali finalizzati alla soluzione del
problema. Viene avvertito comunque il lettore che tutte le spiegazioni in merito fornite non sono rivolte agli sviluppatori di applicazioni, ma ai
produttori di hardware e relativi driver, per una corretta implementazione delle problematiche audio sulle nuove versioni del sistema.