Usare Google Bard è un ottimo esercizio per testare i progressi dell'intelligenza artificiale al servizio di chi ha bisogno di un assistente personale. Perché in fin dei conti stiamo parlando di questo: uno strumento per ottenere risposte sintetiche, ovviamente da controllare.
È lo stesso Google a ricordare che potrebbero esserci errori. In realtà le potenzialità sono tante. Ma prima di sfruttare le risorse di un prodotto creato su modello LaMDA e attualmente basato su PaLM 2 dobbiamo capire come usare Google Bard.
Come accedere a Google Bard?
Non ci sono particolari processi da avviare per testare Google Bard dall'Italia. In passato, l'unica soluzione valida era quella del VPN. Ovvero un Virtual Private Network (Rete virtuale privata) per poter utilizzare servizi non disponibili nel proprio paese ma già attivi in altri.
Oggi, per fortuna, questo è inutile: per provare Google Bard basta accedere all'indirizzo ufficiale. Vale a dire bard.google.com. Una volta cliccato su questo link raggiungerai la home page della chat nella quale puoi iniziare a formulare le tue domande.
La condizione per provare Google Bard? Devi avere un account Gmail come avviene per tutti i servizi di Mountain View, da Drive a Calendar. Una volta effettuato il login nel tuo account raggiungi la home page e inizia pure a usare Google Bard. Ecco cosa devi sapere.
Iniziare a usare Google Bard
Sei sulla home page di Google Bard, ecco cosa hai a disposizione: un campo in cui aggiungere un prompt - sia vocale che testuale - e un paio di link che ti permettono di ottenere degli esempi su cosa puoi fare con l'assistente personale basato sull'intelligenza artificiale.
La schermata iniziale di Google Bard.
Per avere un'idea su come si usa Google Bard basta aggiungere una domanda nello spazio dedicato e premere invio. Una volta digitato un prompt puoi continuare a chiedere ulteriori chiarimenti e mantenere la query nella barra laterale che su mobile si trova subito prima del campo in cui scrivi le tue richieste. Ogni chat può essere fissata in modo da rimanere in primo piano, ripresa, alimentata e utilizzata. Ecco come appare da mobile:
Google Bard dallo schermo di uno smartphone.
I comandi sono quattro: l'icona della matita serve a modificare il prompt che hai suggerito a Google Bard, il simbolo del (+) permette di iniziare una nuova chat. I tre punti verticali consentono di avviare le opzioni per eliminare, fissare in alto e rinominare la conversazione.
Come ottimizzare i risultati
Come spesso accade con i prodotti Google, anche se la schermata di Bard è piuttosto semplice non mancano le opzioni per ottimizzare il lavoro da svolgere. Una delle funzioni più interessanti - presente sia su desktop che da mobile - è quella per visualizzare più bozze.
Più versioni della stessa risposta su Google Bard.
Una volta cliccato sul link, infatti, l'App genera più versioni della stessa risposta e tu puoi scegliere quella che preferisci. Ancora non si raggiunge un buon risultato?
Hai la possibilità di rigenerare i risultati anche se a questo punto conviene lavorare sul prompt (nelle prossime lezioni vedremo come). Non dimenticare che alla fine dei risultati hai tre comandi fondamentali che devi imparare a sfruttare per usare Google Bard:
- tasti mi piace/non mi piace.
- Condividi ed esporta.
- Cerca con Google.
Quest'ultimo bottone ti permette di passare la stessa query sul motore di ricerca, il secondo invece apre una tendina che ti consente di lavorare su tre fronti essenziali:
- passare la risposta generata su Gmail.
- Aprire un file Google Docs con il contenuto.
- Trasformare la chat in un link pubblico.
Il primo passaggio della lista è quello più interessante per chi usa Google Bard (dal mio punto di vista): dare informazioni rispetto alla tua opinione. Suggerendo a Google Bard se un risultato ti piace o meno lo istruisci in modo da migliorare l'output per future esigenze.