Secondo appuntamento con la nostra serie di lezioni dedicate al miglioramento delle prestazioni di macOS, nell'articolo precedente abbiamo illustrato il modo più efficace per gestire i diversi programmi in esecuzione sul Mac tramite il pratico tool integrato chiamato "Monitoraggio Attività".
Con questo programma è possibile eseguire una gestione capillare dei consumi dei vari applicativi e terminare quei processi che non riteniamo necessari o che magari si sono bloccati e non rispondono più ai comandi.
Quest'oggi invece ci focalizzeremo sull'amministrazione dei programmi avviati al boot del sistema operativo.
Di base qualsiasi applicativo può essere impostato in modo tale da avviarsi allo startup di macOS. Dunque se desideriamo velocizzare i tempi di avvio del nostro computer dobbiamo eseguire un controllo di tutti quei software che vengono avviati automaticamente non appena accediamo il nostro device.
Fortunatamente su macOS non esiste il fenomeno dei bloatware, ovvero quei programmi ed utility che troviamo preinstallati e che vengono ideati dal produttore hardware per svolgere funzioni o offrire servizi spesso non richiesti.
Inoltre Apple è da sempre molto rigida sulla qualità degli applicativi predefiniti, dunque sotto questo punto di vista gli utenti Mac partono avvantaggiati rispetto alle piattaforme alternative presenti sul mercato.
Tale caratteristica dell'ecosistema Apple non impedisce però di installare programmi di terze parti scarsamente ottimizzati o che presentano bug ed imperfezioni che aumentano in modo irragionevole i consumi delle risorse di CPU e RAM.
Normalmente, oltre ai servizi di macOS, vengono avviati al boot tutta una serie di applicativi installati dall'utente, come ad esempio i programmi di sincronizzazione dei dati in Cloud o quei software che necessitano di rimanere sempre in contatto con la rete Internet per scaricare posta elettronica o ricevere messaggi.
Questi software risultano essere utilissimi per l'utente ed il suo workflow, tuttavia in certi contesti, come ad esempio le configurazioni hardware meno recenti, possono appesantire il sistema e comportare un rallentamento, anche considerevole, dei tempi di avvio o degli impuntamenti di diversi programmi durante le operazioni quotidiane.
Una buona strategia per massimizzare le prestazioni è quella che prevede di rendere più snello e reattivo macOS fin dall'avvio del computer è di operare un monitoraggio di tutte le applicazioni configurate per essere eseguite in automatico durante lo startup.
Anche in questo caso il sistema operativo ci viene in aiuto tramite uno strumento apposito per gestire questa tipologia di impostazioni.
Ad esempio se non abbiamo la necessità di tenere d'occhio costantemente la posta elettronica possiamo disabilitare l'esecuzione automatica di programmi come Apple Mail o di Thunderbird.
Se invece non ci interessa avere sempre a disposizione il nostro browser Web predefinito possiamo eliminare il setting che gli consente di rimanere in background sin dal boot.
In buona sostanza, se desideriamo rendere più prestante il nostro Mac è sempre bene indicare a macOS di impedire a qualsiasi applicativo di terze parti di avviarsi da solo non appena eseguiamo il login sul computer.
Tale impostazione permette infatti di alleggerire il carico di lavoro del dispositivo, lasciando all'utente la possibilità di focalizzarsi solo sui task di cui ha realmente necessità.
Gestire applicazioni eseguite allo startup
Come accennato in precedenza, è possibile amministrare le applicazioni di terze parti eseguite al boot di macOS tramite un'utility integrata nel sistema.
L'operazione è alla portata di tutti e può essere eseguita senza problemi anche dagli utenti appena approdanti nel mondo Mac.
Prima di tutto apriamo il pannello di controllo di macOS, dunque spostiamoci su Launchpad, disponibile in basso a sinistra sul dock, e digitiamo nella barra di ricerca la stringa "Preferenze di Sistema".
In alternativa possiamo aprire questo programma anche tramite Spotlight con il tasto F4 e scrivendo il medesimo termine.
Apriamo quindi il pannello di controllo di macOS premendo il tasto Invio sulla tastiera o cliccando con il mouse sull'icona della ruota dentata stilizzata.
A questo punto si aprirà una nuova finestra con varie sezioni, quella che ci interessa si chiama "Utenti e Gruppi".
Clicchiamo dunque su di essa con il mouse e ci ritroveremo all'interno di un sottosezione contente due voci principali ovvero "Password" ed "Elementi di login".
Per il nostro scopo è necessario interfacciarsi con quest'ultima voce, quindi se non è già selezionata clicchiamoci sopra.
Al suo interno è presente una lista con tutti gli elementi che vengono aperti all'avvio di macOS, sarà possibile trovare ad esempio programmi come Dropbox, Firefox o magari applicativi come Slack o Telegram.
Selezioniamo quindi tutte quelle applicazioni che non ci sono utili allo startup e che possono appesantire il boot del sistema operativo.
Successivamente clicchiamo sul tasto con il simbolo del meno (-) (posizionato in basso a sinistra poco sotto il riquadro delle App) per rimuovere gli elementi scelti in precedenza dall'elenco dei software autorizzati all'esecuzione.
Avremo così terminato l'operazione, possiamo dunque chiudere il pannello delle "Preferenze di Sistema" ed eseguire un reboot di macOS per liberare tutta la memoria RAM e le risorse del processore ancora occupate dai processi in background dei programmi rimossi dalla lista.
Sin dal riavvio del Mac dovremo notare un miglioramento delle prestazioni oltre ovviamente a tempistiche di startup ridotte rispetto a prima. Questa impostazione è particolarmente efficace nelle configurazioni hardware datate o non più recenti, come ad esempio nei Mac con CPU Intel con qualche anno sulle spalle.
Con il tempo infatti tali modelli inizieranno ad essere particolarmente interessati da un decremento delle prestazioni, soprattutto in considerazione del fatto che, a lungo andare, gli sviluppatori inizieranno a dismettere il supporto per i Mac con processori Intel.
Praticamente tutta la community dei developer dell'ecosistema Apple si sta focalizzando sul porting dei propri applicativi alla nuova piattaforma Apple Silicon M1, ovvero i SoC (System on a Chip) implementati nei più recenti Mac Studio, Macbook Pro e Macbook Air oltre che su iPad Pro ed iPad Air.