L'antipattern Intellectual Violence (violenza intellettuale) è molto diffuso e dalle molteplici ramificazioni. L'affermazione tipica di chi sta per incorrere in questo antipattern è: «Le mie conoscenze ci faranno fare un'incredibile salto di qualità».
Contesto
Si incorre nell'intellectual violence quando, per diverse ragioni, una persona cerca d'imporre le proprie idee su quelle altrui. Le figure coinvolte sono due. Da un lato vi è la persona che, convinta che le proprie conoscenze siano più innovative o che la propria preparazione sia superiore o sfruttando una posizione gerarchica più autorevole, prova a imporre le proprie ragioni.
La seconda figura coinvolta è legata al gruppo di lavoro, che trovandosi in una posizione di sudditanza psicologica (o anche materiale) si lascia plasmare e convincere. Tuttavia, in alcuni casi, la violenza intellettuale non è sempre così evidente: alcuni gruppi di persone preferiscono eclissarsi dinanzi ad idee altrui per pigrizia o timore di sbagliare, altri manifestano le proprie convinzioni con tanta fermezza o entusiasmo da risultare trascinanti e bloccare sul nascere possibili confronti.
È evidente in questo antipattern, più che in altri, come la comunicazione giochi un ruolo essenziale per il buon esito di un progetto.
Sintomi
Le sentinelle di tale problema sono:
- assenza di un reale legame tra le soluzioni adottate e le problematiche affrontate all'interno del
progetto - mancanza di comunicazione e confronto all'interno del team
- scelte plasmate attorno ad una sola figura
Cause
Le cause (principali) che portano all'introduzione di questo antipattern sono:
- eccessivo dislivello di preparazione all'interno del team
- assenza di comunicazione
- eccessiva autorità di alcune persone nel "proporre" le proprie idee
- eccessivo peso dato alle conoscenze di un singolo
- pigrizia o timore di verificare le posizioni dominanti
Conseguenze
Le conseguenze di tale antipattern sono:
- soluzioni inadeguate adottate in funzione della figura che le le ha proposte e non in base alla loro reale solidità
- perdita di autonomia da parte dei progettisti
- assunzione di un aspetto "individuale" del progetto
- confusione nello sviluppo
- malumori all'interno del team e possibile abbandono di alcuni di loro
- ritardi nei tempi di consegna
Soluzione
Per evitare questo antipattern è bene introdurre all'interno di un team di progetto una o più figure capaci di mantenere il giusto equilibrio, capaci di dare a tutti le stesse possibilità di esposizione ed evitare spiacevoli monopolizzazioni e malumori.
Diventa opportuno valutare le idee in base alla loro efficacia, applicabilità, utilità, solidità ecc.. e non in funzione della persona che le presenta. Sarebbe giusto riconoscere a tutti i membri del gruppo la medesima preparazione e far capire loro che le conoscenze dovrebbero essere finalizzare al successo del progetto e non del singolo, e la condivisione delle idee, del sapere, delle conoscenze sono alla base di tale obiettivo.