Pay per click
Qualsiasi campagna pubblicitaria pay per click si decida di far partire, bisogna ricordare che è sempre meglio identificare una “landing" page, una pagina di atterraggio, per la campagna, senza mandare il contatto direttamente in home page. La landing page infatti, mira a focalizzarsi esattamente sul contenuto/servizio cercato e a far compiere immediatamente un’azione. Acquisto, registrazione, collegamento con Facebook account, etc.
Nel pay per click si pagano le visite, quindi occorre fare in modo che siano il più possible mirate.
- Nel contenuto: la campagna deve dire esattamente ciò che intendiamo promuovere.
- Nel target: per esempio, nel caso del pay per click di Facebook è possibile selezionare anche l’età, il genere, gli interessi, oltre che la localizzazione geografica.
L’obiettivo di ogni campagna pay per click è avere non moltissimi click, quanto un buon “conversion rate" (tasso di conversione), che si concretizza con un “costo per conversione" cioè la misura finale da tenere in considerazione. Quando ci è costato fare in modo che il nostro target raggiungesse l’obiettivo: quindi acquistasse un prodotto o si registrasse al sito.
Infine, il ROI (return on investiment), quanto abbiamo speso per la campagna, e quando ci ha portato in termini di ricavi.
Google Ads
Un’altra soluzione è interrogare Google per le parole chiavi che ci interessano e cercare di acquistare uno spazio pubblicitario sui siti che escono primi nei risultati.
Se però ci vi vuole cimentare con AdWords, operazione non sempre conveniente, è possibile farlo a passi felpati, senza investire troppo e monitorando subito l’andamento.
Aprendo un account di Google, sono due I mondi che vi si apriranno: search e content.
Il primo contiene i famosi sponsored link, cioè quelli che si trovano nelle pagine di ricerca di Google, mentre “content" sono gli inserti pubblicitari di Google all’interno di siti a tema. Di solito i “content" portano un maggior numero di click, ma spesso di minor valore, soprattutto se non si screma bene la lista dei siti affiliati. Il content inoltre difficilmente può essere localizzato, mentre uno dei presupposti per ridurre i costi di conversione è puntare sulla localizzazione. Per esempio, un negozio che vende fiori, non fa e-commerce, e intende farsi vedere da chi sta cercando un negozio di fiori in città, dovrà scegliere la città di pertinenza. Un’altra feature importante è l’estensione geografica: l’attività comparirà nelle ricerche geografiche e negli esercizi di google maps.
Quindi riassumendo:
- Scegliere la o le località.
- Indicare se si preferisce comparire tra le ricerche o anche tra i collegamenti sponsorizzati nei siti affiliati (in questo caso è sempre meglio controllare la lista dei siti).
- Indicare un budget giornaliero. All’inizio dovrà essere il più basso possibile. Servirà a capire quali sono le keyword o i gruppi di annunci che lavorano meglio.
- Estensione locale: perfetta per gli esercizi commerciali. Sarà visibile nelle ricerche locali e in Google Maps.
- Una breve lista di keyword iniziali scelta liberamente: scegliere una decina di parole chiave iniziali.
- A cui seguirà una listi di parole chiave collegate suggerite da Google.
- Stabilire il costo massimo per click (asta).
- Raffinare le keyword, le creatività per ridurre i costi e aumentare l’efficacia (conversion rate).
Il tutto è illustrato nelle immagini che seguono, che mostrano la procedura di impostazione di una campagna.
Alcuni errori da evitare
- Sbagliare il target.
- Sbagliare le keyword: in particolare, non utilizzare le keyword negative per delimitare meglio il campo.
- Non prevedere diverse creatività per ogni ad group (un ad group è un insieme di keyword affini tra loro).
- Non tenere conto del quality score di Google.
- Non testare gli ad e le landing page.