Uno dei principali ostacoli nello sviluppo di rich application usando JavaScript riguarda la temporizzazione, ovvero l'esecuzione di particolari funzioni in automatico su base temporale. Le API del motore di interpretazione presentano una funzione per questi scopi: setTimout()
(la problematica in questione riguarda anche setInterval()
), funzione che riceve due parametri: una funzione e un numero di millisecondi. In questo modo JavaScript eseguirà in maniera automatica la funzione ritardandola di una quantità di millisecondi definita dal programmatore.
La problematica riferita a questa funzione riguarda l'impossibilità di passare parametri a questa funzione ritardata rendendola di fatto poco usabile (soprattutto perché verrà eseguita in qualunque caso nello scope globale window
).
Con le closure invece possiamo intervenire sulla scope chain della funzione, permettendole di accedere a particolari parametri definiti in fase di creazione della funzione. Passiamo all'esempio:
<script type="text/javascript">
var nameManager = function(name) {
this.name = name;
this.execute = function() {
var manager = this;
return function() {
alert("parametro: " + manager.name + "nthis.name: " + this.name);
}
}
}
var nm = new nameManager("Alberto");
window.onload = function() {
window.setTimeout(nm.execute(), 1000);
}
</script>
Grazie alle closure possiamo appunto intervenire sulla scope chain influenzando il secondo scope della catena accessibile appunto tramite la variabile manager definita durante l'esecuzione della funzione execute e non posticipata dal setTimeout()
.