Realizzare e mantenere un sito Web è un'operazione che può rivelarsi molto semplice o terribilmente complicata, ma in entrambi i casi è fatta con uno scopo: ottenere visite.
All'atto pratico, un sito Web esiste solo nel momento in cui qualcuno ne visualizza almeno una pagina e fruisce dei suoi contenuti, diversamente è solo un insieme di bit nel disco fisso di un server. Ne consegue che il monitoraggio e l'analisi degli accessi riveste un ruolo fondamentale per capire chi visita il nostro sito, cosa guarda e cosa fa, se la sua esperienza utente è soddisfacente e se esegue, o meno, gli obiettivi che ci siamo preposti quando il sito è stato pubblicato.
La Web analytics è una disciplina nata e cresciuta con lo scopo di effettuare questi "calcoli", in un contesto prevalentemente di Web marketing, al fine di ottenere informazioni in grado di correggere o suggerire le strategie future di gestione di un sito.
Obiettivi
Questa guida illustra il funzionamento di Google Analytics, uno strumento fornito gratuitamente da Google per effettuare il tracciamento e l'analisi delle visite. Verranno illustrate le caratteristiche del servizio, i suoi limiti e i modi per sfruttarlo a fondo sul proprio sito.
È fondamentale considerare che essendo il servizio fornito da Google, sui suoi server, esso è in continua evoluzione e modifiche anche sostanziali potrebbero essere state introdotte dopo la pubblicazione di questa guida.
Prerequisiti
L'interfaccia di Google Analytics, e gli aiuti ufficiali, sono disponibili anche in lingua italiana, per cui l'utilizzo di base risulta abbastanza intuitivo, tuttavia per la completa comprensione di questa guida sono necessarie:
- Una conoscenza basilare della struttura di una pagina HTML, per poter essere in grado di inserire il codice di tracciamento nelle pagine del nostro sito e per modifiche ai tag HTML.
- La conoscenza di almeno uno strumento di FTP (File Transfer Protocol) per poter pubblicare i file modificati, o del CMS per poter eseguire la stessa operazione su sistemi dinamici.
- La conoscenza dei principali concetti di Web Analytics. In questa guida si daranno per assodati termini quali "visite" e "visitatori", "cookie", "frequenza di rimbalzo", ecc.
Breve storia
Il servizio che oggi è comunemente conosciuto con il nome di Google Analytics nasce nel 1998, nei laboratori della Urchin Software Corporation. Il software, e la sua versione hosted, si sono subito distinti nel panorama mondiale dei software di analisi degli accessi per la loro velocità di elaborazione, tanto da annoverare Honda tra i primi clienti. Nel 2005 Urchin viene acquistata da Google e circa sei mesi dopo la versione hosted del software (a quel tempo giunto alla versione 5) viene integrata con AdWords e rilasciata gratuitamente con il nome di Google Analytics.
L'8 maggio 2007 il prodotto ha subito un restyling radicale dell'interfaccia e un upgrade massiccio di funzionalità, per esempio l'introduzione di uno schedulatore per l'invio periodico di report via email e il rifacimento completo di grafici e mappe (queste ultime derivate dal prodotto MeasureMap, acquisito da Google nel febbraio 2006). Google Analytics comunque introduce periodicamente nuove opzioni e funzionalità cercando di seguire o anticipare i bisogni del settore; al momento della scrittura di questa guida, per esempio, in fase di beta testing ci sono i segmenti e i rapporti personalizzati, oltre ai grafici animati che consentono di capire come i dati variano nel tempo.
La versione di Google Analytics installabile sui propri server, che ha mantenuto il nome di Urchin Software, è invece tuttora in vendita al costo di 2.995 dollari e permette sia l'analisi dei logfile del server, sia l'integrazione con i dati di Google Analytics, risolvendo anche il problema del possesso dei dati, che frena molte aziende dall'installare lo strumento gratuito.
Funzionamento
Esistono molti modi differenti per tracciare le visite di un sito Web, ma i due principali sono l'analisi dei logfile prodotti dal Web server e l'analisi di dati raccolti sui client dei visitatori e inviati a un server collettore.
Google Analytics è un sistema di tracciamento delle visite lato client. Per funzionare ha bisogno che si includa un determinato codice javascript su tutte le pagine che vogliamo tracciare, codice che verrà eseguito dal motore javascript dei browser che effettuano la visita. Ne consegue che il sistema non è in grado di tracciare spider e agenti automatici e, più in generale, tutte le visite effettuate con javascript assente o disabilitato per scelta.
Il codice di tracciamento di Analytics, quando viene eseguito, opera in maniera totalmente invisibile per l'utente del sito, e provvede tra l'altro a scrivere alcuni cookie sul computer di chi effettua la visita. Questi cookie contengono informazioni totalmente anonime e servono a determinare, ad esempio, se l'utente è già stato sul nostro sito (quindi se è un nuovo visitatore o un visitatore di ritorno), quanto tempo fa, se proveniva da una campagna piuttosto che da un motore di ricerca, e altre informazioni che poi vengono fornite nei report.
Dopo aver scritto i cookie e raccolto le informazioni necessarie al tracciamento, il codice provvede a richiamare, dai server di Google, un'immagine .gif trasparente di 1x1 pixel cui aggiunge una serie di parametri che saranno quindi scritti nei logfile del Web server di Google, e poi processati da Analytics. Anche in questo caso l'utente non si accorge di nulla per via della trasparenza della gif richiamata.
L'ultimo tratto, del percorso che i dati effettuano, è il richiamo di questi logfile dai Web server Google sparsi per il mondo, la loro analisi, una volta ogni ora, e il popolamento del database che successivamente ci fornisce i report nell'interfaccia grafica, con un ritardo medio di tre ore rispetto al momento della visita effettiva. Inoltre, poiché il richiamo dei logfile non è sempre garantito da tutti i Web server, una volta al giorno Google Analytics provvede a rielaborare le 24 ore precedenti e a consolidare definitivamente il dato; questo spiega da un lato le possibili fluttuazioni del dato odierno, se interrogato a distanza di due o più giorni, e dall'altro il perché Analytics ci mostri per impostazione predefinita gli ultimi trenta giorni di storia escludendo il giorno corrente.