Prima di tutto, i dischi: se con windows eravate abituati alle lettere di unità (come C: per il primo disco, A: per il floppy e via di seguito), con Linux l'identificazione di questi media è completamente differente. Ogni disco o sua partizione è identificato da un file che, univocamente, vi permette di effettuare le normali operazioni discrittura e lettura, ed il cui nome varia a seconda del tipo di disco: una facile spiegazione può essere fatta considerando il canale (per i dischi IDE) a cui il media è connesso: 'hda' sarà il master primario, probabilmente il disco fisso, 'hdb' lo slave primario, 'hdc' il master secondario e 'hdd' lo slave secondario. Quindi, se avete un disco come master primario ed un cdrom come master secondario, essi saranno visti rispettivamente come 'hda' e 'hdc'. Notate come Linux identifichi univocamente, a differenza di Windows, ogni device: se con windows avete due dischi (C: e D:) ed un cdrom (E:) e togliete il secondo disco, al cdrom viene assegnata la lettera di unità D; se la stessa situazione viene a crearsi con Linux, le "lettere" di unità non cambiano: se prima i due dischi erano 'hda' e 'hdb' ed il cdrom 'hdc', dopo aver tolto il secondo disco (hdb) il cdrom resterà sempre identificato con 'hdc', per il motivo visto sopra.
Come sappiamo tutti, inoltre, i dischi possono essere partizionati: come identificare quindi le partizioni? Se windows automaticamente crea o elimina lettere di unità, Linux non fa altro che aggiungere un numero che identifica la partizione: se quindi il vostro disco è connesso come master primario (hda) e avete creato al suo interno tre partizioni, queste saranno viste come 'hda1', 'hda2' e 'hda3'. Davanti ad esempio a 'hdc3' saprete subito che quella è la terza partizione creata sul disco collegato come master secondario! Per le periferiche SCSI il discorso è identico, solamente che al posto di 'hd' troverete 'sd': quindi la prima partizione sul primo disco della catena SCSI sarà 'sda1' e via dicendo.
Abbiamo introdotto questo discorso, che approfondiremo in seguito quando andremo a parlare della struttura delle directory, perché molte distribuzioni linux vi chiedono esplicitamente dove installare il sistema: e se, senza queste piccole nozioni, un utente si fosse trovato davanti a qualcosa come 'hda2', avrebbe o lasciato perdere l'installazione oppure avrebbe rischiato di commettere eventuali danni su altre partizioni già utilizzate da altri sistemi!
Dopo le directory, un breve cenno al discorso di "mount point". Dopo avervi chiesto dove installare il sistema, probabilmente l'installazione vi chiederà di assegnare alla partizione scelta un "mount point", ossia una directory (per il momento è solo un nome, visto che la directory
fisicamente non esiste!) che identificherà la partizione; se avete optato per un'installazione utilizzando una sola partizione (più la swap, ovviamente!), il mount point sarà la directory principale del sistema, ossia "/", la slash, quello che in Windows e C:. Se avete invece scelto di utilizzare più partizioni, potete assegnare ad ognuna un mount point differente come /home, /usr ecc.
A questo punto tutto dovrebbe filare liscio: vi verranno poste altre domande, ma molto più 'leggere' come la scelta della TimeZone (Europa-Roma, giusto per fugare tutti i dubbi!) o la scelta di un nome per la vostra macchina: potete scegliere un nome qualsiasi, che potete cambiare in qualsiasi altro momento!
Tre fasi importantissime arrivano adesso: la scelta dei pacchetti da installare, la scelta della password per l'amministratore della macchina e la creazione di un utente di default. Dei pacchetti ci occuperemo in seguito, adesso focalizziamoci sugli utenti.
In primo luogo, dovrete scegliere una password per l'utente che funge da amministratore della macchina; i consigli sono due: non lasciatela in bianco e non dimenticatevela! State infatti scegliendo una password per l'utente che ha pieni privilegi su ogni parte, file o directory della macchina, il superuser, chiamato 'root' nei sistemi Unix.
In secondo luogo, l'installazione vi chiederà quasi sicuramente di creare l'account per un utente che utilizzerete normalmente: non manchiamo di ricordare che l'accesso come utente root è da utilizzarsi solo quando effettivamente necessario, esempio può essere la configurazione di un programma. Ovviamente rispondete affermativamente alla domanda e createvi un alter-ego sulla macchina; è proprio con questo alter-ego che inizieremo l'esplorazione del mondo Linux, visto che, qualsiasi cosa facciate, non potete toccare i punti nevralgici del sistema!
Ma portate pazienza per qualche altra pagina: l'installazione non è ancora terminata!