Pensate che l'esempio di Telecom Italia della lezione precedente sia un caso isolato? Spostiamoci allora sul sito di un altro gestore di telefonia, la Vodafone. Nella pagina, anch'essa localizzata in un URL lunghissimo, dedicata alle soluzioni avanzate, troviamo una serie di offerte commerciali.
Accanto ad un comprensibile "Messagistica aziendale mobile", ecco comparire i nomi immaginifici di altri servizi: "Vodafone Mobile Connect Card", "Corporate Data Access", "Corporate Mobile Solutions", "Machine to machine"... Ammesso che qualcuno sia riuscito a capire che le soluzioni di telefonia mobile per le aziende si nascondono sotto "Corporate Mobile Solutions", ecco che – giunti in questa nuova pagina – ci accolgono altri roboanti nomi di servizi: "Wireless Sales Force Automation", "Wireless Work Force Automation", "SMS InfoReporting", "Hand office"... Fa quasi tenerezza, tra tanto spreco di inglese, quel "Radiolocalizzazione", isolato nome italiano a pie' di pagina, che chiude l'offerta dei servizi!
Dal punto di vista dell'accessibilità, questo modo di scrivere – molto diffuso sui siti italiani – è semplicemente deleterio. La linea guida 14 delle WCAG 1.0 dice esplicitamente: "Assicuratevi che i documenti siano chiari e semplici in modo che possano essere compresi più facilmente". Il punto di controllo 14.1 aggiunge: "Usate il linguaggio più chiaro e più semplice, appropriato ai contenuti di un sito". Questo punto di controllo ha priorità 1.
Ciò significa per esempio che, se anche la pagina del sito Telecom contenente la notizia della "conference call" relativa alle "Investor relations" superasse pienamente tutti gli altri punti di controllo dell'accessibilità presenti nelle WCAG 1.0, non potrebbe tuttavia fregiarsi neppure della conformità al livello A, il più basso dei tre previsti dalle specifiche. Infatti, la conformità al livello A prevede il superamento di tutti i punti di controllo di priorità 1, mentre il testo originale di quella notizia non può superare evidentemente il punto di controllo 14.1, che ha appunto priorità 1. La sua successiva "traduzione" in italiano dimostra senza ombra di dubbio che il linguaggio adoperato non era affatto il più chiaro e semplice possibile in relazione all'argomento!
Se, dunque, si vogliono realizzare pagine web ad elevata accessibilità, gli autori che scrivono per essere letti da Italiani devono rassegnarsi a scrivere in italiano. Mentre da un punto di vista commerciale l'uso di termini e frasi inglesi è una strategia vincente, perché il consumatore italiano si lascia facilmente abbindolare da paroloni stranieri di cui non comprende il significato, dal punto di vista dell'accessibilità è una strategia perdente. Per quanto riguarda i contenuti, lo scopo principale dell'accessibilità è infatti comunicare per farsi capire dal maggior numero di persone, non comunicare per vendere il maggior numero di prodotti.