Una caratteristica fondamentale di un sito ad elevata accessibilità è costituita dalla presenza di buoni testi alternativi. Chi naviga con un browser testuale o con un sintetizzatore vocale non può vedere le immagini: la sua comprensione di una pagina web contenente immagini sarà perciò tanto maggiore quanto più sono validi i testi alternativi eventualmente presenti.
Chi pensa che l'accessibilità sia una mera questione di codice, fa spesso l'errore di pensare ai testi alternativi solo in termini di validazione della pagina (un'approvazione automatica basata sull'analisi del codice, ottenibile da parte di un software come Bobby). Per conseguire questo scopo mediocre basta un valore qualsiasi dell'attributo "alt", come nell'esempio seguente:
<img src="cavallo.gif" width="180" height="100" alt="pippo">
Per Bobby, infatti, è sufficiente che sia presente l'attributo "alt" all'interno dell'elemento. Se il suo valore sia appropriato oppure no come descrizione alternativa, il software naturalmente non è in grado di determinarlo.
Ma che conseguenze ha per l'accessibilità riempire una pagina di testi alternativi, se non proprio sballati, quanto meno non significativi? Quella di una vera e propria "truffa" ai danni dell'utente che naviga senza caricare le immagini, il quale si trova così ad esplorare una versione molto più povera e meno comprensibile della pagina.
L'argomento dei testi alternativi, nelle WCAG 1.0, è definito dal punto di controllo 1.1, cioè il primo di tutta la serie, e ha priorità 1: facile da ciò capire quanta importanza abbiano i testi alternativi come garanzia di accessibilità. Vale la pena di tradurre in italiano il testo di questo punto di controllo:
«Fornite un equivalente testuale per ciascun elemento non testuale (ad es. per mezzo di "alt", "longdesc" o nel contenuto di un elemento). Ciò include: immagini, rappresentazioni grafiche di testi (comprendenti simboli), regioni di mappe immagine, animazioni (ad es. GIF animate), applet ed oggetti di programmazione, arte ASCII, frame, script, immagini usate come pallini in un elenco, spaziatori, pulsanti grafici, suoni (eseguiti con o senza l'interazione dell'utente), file audio indipendenti, tracce audio di video, e video. [Priorità 1]»
Lo spettro di applicazione delle alternative testuali è praticamente immenso: tutto ciò che non è testo in una pagina web deve essere accompagnato da un'opportuna alternativa testuale. Il "deve" è giustificato dalla priorità 1 attribuita a questo punto di controllo: non fornire un'alternativa testuale adeguata significa, infatti, che i relativi contenuti non testuali resteranno completamente inaccessibili per gli utenti che non possono fruirne attraverso il canale sensoriale a cui quei contenuti si rivolgono (la vista o l'udito).