Poiché i vari browser attualmente in uso offrono un supporto non uniforme né universale al cambio automatico di foglio di stile a seconda del tipo di media, può essere una strategia utile, ai fini dell'accessibilità, quella di presentare all'utente dei collegamenti espliciti a versioni alternative di uno stesso documento, tarate per la presentazione su periferiche diverse dal tradizionale monitor di computer.
In effetti bisogna riconoscere che l'introduzione dei "media type" nei CSS2 si è rivelata per ora una grande promessa non mantenuta per l'accessibilità. Ciò per ragioni interne ed esterne alle specifiche CSS2. Le ragioni esterne sono essenzialmente due: a) lo scarso supporto fornito dai vari programmi utente (sia browser grafici sia tecnologie assistive), b) la ridotta conoscenza di questi strumenti autoriali da parte degli sviluppatori.
Le ragioni interne sono da scorgersi invece in veri e propri limiti di concezione dei CSS2, che riguardano il modo in cui gli estensori delle specifiche hanno ritenuto possibile fornire presentazioni adatte a certi tipi di media, in particolare ai lettori di schermo (media="aural"), ai traduttori in braille (media="braille") ed alle periferiche dotate di schermi di ridotta capacità, sul tipo degli emulatori di terminale (media="tty").
Per approfondire l'argomento, consigliamo la lettura dell'interessante capitolo dedicato ai fogli di stile, tratto dal libro di Joe Clark "Building accessible websites", liberamente disponibile online. Sintetizzando al massimo le critiche espresse dall'autore, i problemi nel creare fogli di stile adatti a questi tipi di media sono principalmente tre:
- Le periferiche che ricadono sotto il genere ‘terminale o telescrivente' (media="tty") sono molto numerose e assai differenti tra loro per caratteristiche e capacità di riproduzione, tra l'altro neppure facilmente distinguibili, in alcuni casi, da quelle definibili come "handheld" ("palmari", in italiano): un foglio di stile adatto per le più spartane tra queste apparecchiature può essere del tutto inadatto per le più evolute, e viceversa.
- Il linguaggio braille (media="braille") ha un suo insieme di convenzioni ampio e ben definito, usa in particolare una numerosa serie di contrazioni che sostituiscono parole o intere frasi. Il linguaggio CSS semplicemente non dispone della capacità di accomodare automaticamente un testo alle necessità di un lettore esperto in braille né lo sviluppatore vedente possiederebbe – ammesso che il braille fosse realmente supportato dai CSS - le nozioni occorrenti a produrre un foglio di stile adeguato al caso.
- I fogli di stile uditivi (media="aural") non solo non sono supportati da quasi nessun programma utente, ma richiedono, affinché possano essere approntati in modo utile per chi ascolta tramite screen reader, una conoscenza delle esigenze di ascolto di un non vedente che praticamente nessuno sviluppatore vedente possiede. Il rischio è di realizzare pagine con caratteristiche di ascolto insopportabili per l'utente abituato ai metodi di riproduzione di un normale lettore di schermo.
La conclusione di Joe Clark è che, con ogni probabilità, gli estensori delle specifiche CSS2 hanno progettato in modo totalmente teorico le caratteristiche di alcuni "media type": infatti la conoscenza concreta dei dispositivi che ricadono sotto le categorie elencate dalle specifiche porta in luce una serie di problemi di non facile o impossibile soluzione, che inducono l'autore a suggerire ai suoi lettori che i "media type" hanno in fondo, ai fini dell'accessibilità, un'importanza del tutto trascurabile.
Questo non vuol dire – sia ben chiaro – che non è possibile costruire grazie ai CSS valide versioni alternative di un documento. Al contrario: i fogli di stile sono uno strumento ottimo per produrre versioni alternative dotate di caratteristiche in grado di migliorare, per esempio, la leggibilità dei documenti da parte di utenti ipovedenti. Solo che, per rendere veramente funzionale l'uso di queste versioni alternative, servono sistemi diversi dai "media type" previsti dalle specifiche CSS2.