Proprio questo sorvolare completamente sulla contiguità di obiettivi tra l'accessibilità e l'usabilità, e sull'opportunità in certi casi di ricorrere ai metodi di quest'ultima, è a nostro avviso il limite principale delle WCAG 1.0.
Per la verità un accenno diretto all'usabilità è possibile trovarlo nella risposta numero 7 della pagina dedicata alle domande frequenti (FAQ, dall'inglese "frequently asked questions") sulle WCAG 1.0. Si legge nella seconda parte di questa risposta:
«Molte caratteristiche delle linee guida miglioreranno in realtà l'usabilità dei siti Web per gli utenti non disabili, garantendo che i siti siano più facilmente navigabili e che vi si possa accedere attraverso una varietà di tipi differenti di periferiche piuttosto che soltanto attraverso un tradizionale browser grafico con un computer da tavolo».
Il documento da cui è tratto il testo sopra riportato è però un documento accessorio, informativo, non normativo. In sostanza, la questione del rapporto tra accessibilità e usabilità viene affrontata dalle WCAG 1.0 soltanto di sfuggita e in un contesto secondario.
Sembra però che il gruppo di lavoro che sta elaborando le WCAG 2.0 abbia deciso finalmente di assumere, fin dal documento normativo principale, una posizione esplicita in proposito. Nel paragrafo della bozza di lavoro delle WCAG 2.0 dedicato all'ambito di applicazione delle nuove linee guida, si può leggere infatti (traduciamo in italiano per comodità del lettore):
«Queste linee guida coprono un'ampia gamma di temi e di raccomandazioni volti a rendere i contenuti web più accessibili. Includono raccomandazioni per produrre pagine accessibili e usabili da persone affette da ogni genere di disabilità. In generale, le linee guida non includono raccomandazioni standard di usabilità a meno che esse non abbiano specifiche ramificazioni per l'accessibilità che vadano oltre effetti standard di usabilità».
Non che quest'ultima frase sia chiarissima. Suona piuttosto indeterminata anche nell'originale inglese: «[…] the guidelines do not include standard usability recommendations except where they have specific ramifications for accessibility beyond standard usability impacts».
Da parte nostra - anche se questo non è scritto nelle WCAG 1.0 e, per ora, neppure nella bozza delle WCAG 2.0 – suggeriamo, ogni volta che sia possibile, di affiancare al lavoro sul codice degli specifici test di usabilità, mirati a conoscere la reale validità delle soluzioni di accessibilità messe in campo (soprattutto quelle che hanno a che fare con la comprensione del testo e dei meccanismi di navigazione). Test da svolgere su un campione di utenti, che sia rappresentativo del pubblico di riferimento previsto per il proprio sito.
Per chi non avesse la possibilità di effettuare simili test, diventa importantissimo sfruttare ogni minimo riscontro d'uso da parte dei propri utenti (p.es. le osservazioni ricevute tramite e-mail e forum di discussione), per correggere e migliorare gli eventuali difetti di accessibilità segnalati. Creare pagine accessibili non è infatti un lavoro da fare una tantum, che si possa considerare finito per sempre con la pubblicazione in Rete delle proprie pagine web. È piuttosto un processo ininterrotto di verifica e miglioramento, che, partendo dalle raccomandazioni contenute nelle linee guida del W3C, si alimenta poi dei riscontri costanti ricevuti dagli utenti, i quali – occorre non dimenticarlo mai! - sono i veri destinatari di tutto il lavoro svolto sull'accessibilità.