L'usabilità nacque negli anni '60 nell'ambito di studi di ergonomia che si occupavano del modo in cui l'uomo utilizza artefatti, cioè oggetti e sistemi prodotti dall'uomo stesso. Con la diffusione a livello mondiale dell'uso di strumenti informatici da parte di utenti non esperti, l'usabilità ha trovato un campo di applicazione privilegiato nell'analisi dell'interazione tra l'utilizzatore umano e le interfacce software. Con l'esplosione del fenomeno Internet, avutasi a partire dagli anni '90, i metodi dell'usabilità sono stati applicati con successo alle interfacce utente rappresentate dai siti Web. In questo ambito, il campo di applicazione dell'usabilità e quello dell'accessibilità finiscono spesso per sovrapporsi, in modi che rendono difficile tracciare confini netti tra le due discipline.
Il problema del rapporto tra usabilità e accessibilità non è affatto secondario. Ce ne occupiamo in questa guida proprio perché la chiarificazione di tale rapporto permetterà una migliore comprensione dei limiti attuali dell'accessibilità e di cosa è possibile fare per superarli.
Partiamo dalla definizione di "usabilità". Lo standard ISO 9241 ha definito l'usabilità come "la misura in cui un prodotto può essere usato da determinati utenti per raggiungere determinati obiettivi con efficacia, efficienza e soddisfazione in un determinato contesto d'uso".
trasportata in ambito Web, questa definizione ci dice che lo scopo dell'usabilità è quello di studiare l'interazione tra l'utente e il sito, o tra l'utente e la singola pagina web, con l'obiettivo di mettere in luce gli ostacoli che di volta in volta si frappongono ad un uso efficace, efficiente e soddisfacente delle informazioni e dei servizi contenuti nel sito o nella pagina. L'usabilità tende a suggerire, per mezzo di opportuni test e di raccomandazioni pratiche nate dall'esperienza complessiva accumulata negli anni, le tecniche per migliorare l'esperienza dell'utente ("user experience") in un determinato contesto d'uso.
La sovrapposizione tra gli obiettivi dell'usabilità e quelli dell'accessibilità si verifica non tanto per quelle raccomandazioni delle WCAG 1.0 che puntano a rendere accessibili a certe categorie di utenti contenuti che altrimenti non lo sarebbero, ma piuttosto per quelle raccomandazioni che puntano a migliorare l'accessibilità dei contenuti, cioè principalmente quelle associate a punti di controllo di priorità 3 (ma non solo). Rendere l'uso di una risorsa più semplice e soddisfacente è appunto anche lo scopo dell'usabilità.
La sovrapposizione appare più netta per quelle raccomandazioni di accessibilità che mirano agli aspetti cognitivi dell'interazione dell'utente con la pagina: fornire informazioni contestuali, chiari meccanismi di navigazione, utilizzare un linguaggio semplice e comprensibile. Sono questi anche scopi dell'usabilità, quando si applica all'analisi del rapporto tra gli utenti e una determinata interfaccia web.
Nota:
La definizione precisa di usabilità fornita dall'ISO è "Usability: the extent to which a product can be used by specified users to achieve specified goals with effectiveness, efficiency and satisfaction in a specified context of use." La citata definizione è tratta dal sito Usability Net. Il testo integrale dello standard ISO 9241, intitolato "Ergonomic Requirements For Visual Display Terminals", suddiviso in ben diciassette parti, può essere acquistato presso il sito ISO al prezzo non proprio abbordabile di 1.695 dollari USA. Un'accurata descrizione delle singole parti che compongono lo standard è contenuta nella guida in formato PDF realizzata da Davis travis e intitolata "Bluffers' Guide to ISO 9241".