Nel panorama del mobile web ha sicuramente un posto di rilievo il fenomeno I-mode, nato in Giappone nel 1999 dai laboratori dell'operatore di telefonia mobile NTT DoCoMo ed esploso fino a superare, nel 2004, la cifra di 40 milioni di iscritti nel solo paese del Sol Levante. A gennaio 2004 il servizio I-mode è stato offerto anche agli abbonati di Wind, aggiungendo l'Italia ad un buon numero di paesi europei (tra i quali Germania, Olanda, Francia, Spagna e Grecia) già abilitati ad utilizzare un simile canale di trasmissione.
I-mode deve il suo successo ad una serie di fattori: un relativo basso costo dei device abilitati per un simile servizio, la semplicità di redazione dei contenuti con un derivato di HTML (e non più nello scomodo WML), l'esistenza - quindi - di una base di contenuti consistente, facile da reperire e appetibile per gli utenti, un efficiente sistema di micro-pagamenti tale da permettere la sottoscrizione di abbonamenti e l'acquisto di informazione in modo semplice e trasparente.
Dal punto di vista strettamente tecnologico si tratta di un servizio costruito sul protocollo HTTP, dunque pienamente compatibile con l'architettura del web per personal computer. Le velocità di trasmissione non sono attualmente molto elevate (paragonabili ad una connessione GPRS) ma sono sufficienti per siti web graficamente semplici e dalla struttura informativa essenziale.
I fornitori di servizi I-mode offronto ai propri utenti un portale di accesso che raccoglie un gran numero di siti web suddivisi in categorie: news, sport, giochi, tempo libero ecc. Solitamente ciascun sito è consultabile dopo aver sottoscritto un abbonamento che ammonta a pochi euro al mese. A questa cifra vanno aggiunti i costi delle connessioni, che sono calcolati sulla base della quantità di dati trasmessi. Esistono anche siti I-mode che non prevedono abbonamento, per i quali valgono solo i costi di connessione.
Per la realizzazione di un sito I-mode non è necessario altro che uno spazio web e minime conoscenze di HTML. I browser dei dispositivi abilitati riconoscono un sotto-insieme di HTML denominato cHTML o I-HMTL, che non prevede il supporto per elementi impegnativi in termini di capacità di calcolo come tabelle e frame. È possibile utilizzare immagini in formato GIF, una gamma di 256 colori ed un unico tipo di font.
Una nota importante: una pagina I-mode, sommando il peso dell'HTML e quello delle immagini, non deve superare i 10 Kbyte. In caso contrario, il browser non visualizzerà il contenuto e fornirà un messaggio di errore.
Per maggiori informazioni su I-mode è possibile utilizzare la documentazione fornita da DoCoMo ( http://www.nttdocomo.co.jp/english/p_s/imode/ ), Wind ( http://i-mode.wind.it/it/index.php ) e da siti indipendenti come I-mode FAQ ( http://www.eurotechnology.com/imode/faq.html ) o I-Questo ( http://www.i-questo.com/portal/ ).