Chiunque abbia navigato in Internet si è prima o poi diretto verso il sito
di uno dei tanti motori di ricerca. Ma forse non tutti sanno come funzionano.
Non ci riferiamo al modo con cui i vari Yahoo, Lycos o Altavista rintracciano
le informazioni e le archiviano, ma piuttosto a come le informazioni stesse
vengono presentate all'utente. Dunque, ricapitoliamo: in ogni motore di ricerca
troviamo almeno una casella in cui digitare le parole da ricercare nella rete;
inserita la parola, devo cliccare su un pulsante per avviare la ricerca. Dopo
qualche secondo viene caricata una pagina che visualizza i risultati. Bene:
questo è il più classico esempio di "sito dinamico". Un sito è dinamico quando
i contenuti delle pagine che lo compongono non sono definiti e fissi, ma cambiano
in funzione delle scelte dell'utente.
I vantaggi di un sito dinamico sono evidenti. Rimaniamo all'esempio del nostro
motore di ricerca (semplificando al massimo i concetti). La pagina dei risultati
non ha contenuti statici, ma cambia sempre, a seconda, ovviamente, delle parole
che ho inserito nella casella di ricerca. In un sito "statico" dovremmo costruire
una pagina di risultati per ciascuna parola potenzialmente oggetto di ricerca. Praticamente
impossibile!
Sono dinamici, inoltre, i siti di e-commerce, quelli basati sulla registrazione
e sulla creazione di comunità di utenti, quelli che offrono contenuti personalizzati:
quelli, in buona sostanza, basati su una vera ed efficace interattività.
Il fondamento di questi siti è quasi sempre rappresentato da uno o più database
che risiedono sui server web. È qui che i dati da presentare all'utente sono
conservati e organizzati. È poi necessario, ovviamente, "mettere in comunicazione"
le pagine web con i database: in questa, come in altre funzioni volte a creare
interattività, il puro e semplice html non basta. Bisogna dunque ricorrere
a strumenti, linguaggi e tecnologie in grado di accedere ai dati e ad altre
funzioni del server web che andranno a integrare il codice html. Realizzando
un sito dinamico, insomma, non produciamo soltanto pagine ben formattate ed
esteticamente accattivanti, ma vere e proprie applicazioni eseguite sui server
web e i cui contenuti vengono fruiti dall'utente tramite il browser. Le tecnologie
più comunemente adottate per questi scopi sono Cgi, ASP (Active Server Pages),
Cold Fusion, JSP (Java Server Pages), Php. Tutti strumenti potenti e maturi,
certamente, ma che richiedono al contempo una certa confidenza con la programmazione.
Ma come si colloca Ultradev in tale contesto? Possiamo dire che il software
di Macromedia può andare incontro alle esigenze di due categorie di utenti:
- Utente medio. In questa prospettiva la sua principale caratteristica
è quella di aiutare l'utente che non possiede grandi abilità di programmazione
a produrre applicazioni web e siti dinamici tramite un ampio set di funzioni
predefinite e in un ambiente visuale senz'altro più accessibile rispetto alla
scrittura diretta del codice. Ciò non significa che per operare con Ultradev
si possa fare a meno di sapere cosa siano e come funzionano ASP o JSP! Si
possono creare buone applicazioni senza scrivere una riga di codice, è vero.
Ma se si vogliono realizzare cose più sofisticate e complesse è fondamentale
conoscere almeno i fondamenti e la logica di questi linguaggi, allo scopo
di personalizzare il codice o di integrare quello prodotto da Ultradev. Il
nostro consiglio è quello di procedere ad un apprendimento parallelo: da una
parte imparare le funzioni di Ultradev, dall'altra acquisire confidenza con
i database, il linguaggio SQL, la tecnologia delle ASP (vedremo in una successiva
lezione per quale motivo prediligiamo questa soluzione).
- Utente avanzato. Il programmatore esperto, abituato a maneggiare
il codice, impegnato nella realizzazione di siti "pesanti" con prodotti
più impegnativi, apprezzerà sicuramente le caratteristiche di
Ultradev a livello di editing visuale delle pagine, oltre che la sua capacità
di integrare tecnologie diverse. Al supporto nativo di ASP, Cold Fusion e
JSP, si è aggiunto recentemente, grazie ad un kit di estensioni, quello
dell'ormai sempre più diffuso PHP. Non sembra un caso che aziende del
calibro di Borland, IBM, WebGain, Oracle, produttrici leader di software per
applicazioni web high-end, stiano in vario modo incorporando Ultradev come
ambiente visuale di supporto ai loro tool.