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Zuckerberg ammette di aver avuto pressioni politiche sui contenuti

Mark Zuckerberg ha ammesso di aver subito pressioni da parte dell'amministrazione Biden per rimuovere alcuni contenuti dai suoi social.
Zuckerberg ammette di aver avuto pressioni politiche sui contenuti
Mark Zuckerberg ha ammesso di aver subito pressioni da parte dell'amministrazione Biden per rimuovere alcuni contenuti dai suoi social.
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Mark Zuckerberg, CEO di Meta, ha recentemente ammesso di aver subito pressioni da parte dell'amministrazione Biden per rimuovere alcuni contenuti dai social network della sua azienda. In una lettera indirizzata al Comitato giudiziario della Camera dei Rappresentanti, Zuckerberg ha illustrato come esponenti di alto livello del governo abbiano insistito affinché Meta censurasse determinati post, in particolare quelli legati al Covid-19, compresi post satirici e contenuti umoristici.

Zuckerberg ha riconosciuto che queste pressioni erano inappropriate e ha manifestato rammarico per non aver opposto maggiore resistenza. Tra gli errori del passato, ha menzionato la scelta di ridurre la visibilità degli articoli del New York Post riguardanti Hunter Biden, dopo che l'FBI aveva avvertito Meta che tali contenuti potevano essere associati a campagne di disinformazione russa.

La lettera di Zuckerberg ha incontrato il favore dei membri repubblicani del comitato, che hanno interpretato il suo messaggio come una conferma delle pressioni politiche a cui la piattaforma è stata sottoposta.

La Casa Bianca difende le proprie azioni

Al contrario, la Casa Bianca ha difeso le sue azioni, sostenendo che l'amministrazione ha agito nel migliore interesse pubblico, incoraggiando le aziende tecnologiche ad adottare misure necessarie per contrastare la disinformazione e proteggere la salute pubblica durante la pandemia.

Questo episodio si inserisce in un più ampio dibattito a Washington sul ruolo dei social media nella gestione e moderazione dei contenuti. Zuckerberg, in particolare, è stato spesso preso di mira dai conservatori, che lo accusano di aver ceduto alle pressioni politiche per limitare la circolazione di informazioni favorevoli al loro schieramento.

La lettera di Zuckerberg, in definitiva, rappresenta una significativa ammissione delle influenze politiche esercitate sulle piattaforme di social media. Questo solleva ulteriori domande sul grado di autonomia che queste aziende dovrebbero mantenere quando moderano i contenuti online, e su come bilanciare la libertà di espressione con la necessità di proteggere la salute pubblica e prevenire la disinformazione.

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