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Xubuntu 10.10: breve recensione

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Oltre a Ubuntu e Kubuntu, ho voluto dare un´occhiata anche alla release Xubuntu 10.10, l´edizione della distribuzione di Canonical con XFCE per desktop environment predefinito.

Come negli altri due casi, la recensione è stata effettuata all´interno di un ambiente virtualizzato.

Per motivi logistici, il sistema fisico utilizzato per la prova non è lo stesso delle recensioni precedenti; in questo caso, si tratta di un notebook con processore Intel Core i3 330M, 4 GB di RAM (di cui 512 MB assegnati alla macchina virtuale), per cui potrete vedere, all´interno degli screenshot, anche il misuratore del livello della batteria. Gli altri particolari dello scenario di test sono rimasti invariati, per cui ritengo che, ai fini della recensione, l´uso di un sistema fisico diverso non alteri troppo i risultati; era doveroso, però, farlo presente.

La procedura d´installazione è in linea con quella delle due sorelle con GNOME e KDE, al di là di qualche piccolo glitch grafico (una o due finestre non si sono ridimensionate automaticamente per adattarsi alla bassa risoluzione disponibile) non c´è molto da dire.

Qualche brutta sorpresa, invece, l´ho avuta al riavvio del sistema appena installato. Uno dei due piccoli problemi, come vedrete, non influisce più di tanto su quelle che dovrebbero essere le abitudini dell´utente medio — l´altra invece sì:

  1. La configurazione dell´emulatore di terminale è incompleta: infatti, non viene esplicitato che tipo di terminale si sta utilizzando tramite la variabile d´ambiente TERM, per cui alcuni software (tra cui htop, che ho usato per misurare le risorse utilizzate negli scenari di test) non potevano essere eseguiti. È bastato eseguire il comando
    export TERM=xterm
    per rimettere le cose a posto, ma a rigore questo passaggio non avrebbe dovuto essere necessario;
  2. Un problema più serio è costituito dalla mancata memorizzazione delle impostazioni di rete, per cui la connessione tramite la scheda Ethernet virtualizzata non è stata attivata in automatico. Anche in questo caso, nel mio scenario, sapendo che la soluzione più semplice è aggiungere a "/etc/network/interfaces" le due righe
    auto eth0
    iface eth0 inet dhcp

    il problema viene facilmente risolto, ma non si tratta, a mio avviso, di un comportamento auspicabile per il target della distribuzione;

Venendo all´utilizzo di risorse, tenendo presente che XFCE potrebbe essere pensato come un´alternativa leggera a GNOME che non fa quasi alcun compromesso di funzionalità, bisogna prendere atto del fatto che i consumi sono quasi identici (con nessun software, a parte quelli predefiniti, in esecuzione, la differenza in termini di RAM occupata a favore di XFCE è di soli 25 MByte).

Non mi è stato possibile effettuare un confronto diretto con l´uso di OpenOffice.org, in quanto non installato di default: volendomi attenere a quanto disponibile in maniera predefinita, ho aperto AbiWord, che chiaramente risulta vincitore nei confronti della suite di Oracle. Rendiamo onore al merito del fatto che l´aggiunta di Firefox allo scenario non ha fatto superare al sistema la richiesta di 200 MByte di RAM.

La configurazione dello share di rete Windows non ha causato particolari problemi: è stata, però, un po´ più macchinosa, a mio avviso. Dal momento che il file manager Thunar, nella versione inclusa con questa release di Xubuntu, non sembra supportare nativamente l´aggiunta di share esterni, è stato necessario, per procedere per via grafica, utilizzare Gigolo — applicativo che ha funzionato perfettamente, ma di cui avrei preferito trovare menzione in uno dei menu di Thunar.

Mi fermo qui, non volendo sottrarre altro tempo alla galleria di immagini e ai vostri commenti.

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