Fra gli ottanta articoli del Decreto del Fare, l'ultima misura approvata dall'attuale Governo Letta, vi sono delle novità per quanto riguarda l'utilizzo pubblico delle reti WiFi. Da oggi, i proprietari di infrastrutture pubbliche non saranno più costretti a identificare l'accesso degli utenti al network, quindi cade l'obbligo di registrare carta d'identità e altre informazioni dei propri clienti. Ma si tratta davvero di una novità ?
Le limitazioni sulle reti WiFi pubbliche partono da lontano, praticamente dagli attacchi alle Torri Gemelle del 2001 e dal terrorismo londinese e spagnolo del biennio 2004-2005. In quegli anni, i governi di tutto il mondo hanno imposto delle rigide regole per lo sfruttamento di reti WiFi pubbliche: l'anonimato non è stata considerata una via fattibile, proprio perché malintenzionati avrebbero potuto sfruttare i network pubblici per programmare attentati. Nel tempo queste limitazioni - diminuita l'evidenza terroristica e aumentate le necessità degli esercizi commerciali di fornire accesso alla Rete ai propri clienti - le nazioni occidentali hanno iniziato a rendere il WiFi pubblico libero. Questo, però, non in Italia. Almeno non prima del 2010.
I fornitori del servizio - bar, librerie, ristoranti, associazioni no profit, centri commerciali e via dicendo - sono stati costretti a raccogliere dati personali degli utenti prima di concederne l'accesso al network: questo prevedeva il famoso decreto Pisanu. Un fatto che ha limitato non di poco l'esistenza di WiFi pubbliche e hotspot sul territorio italiano, proprio per una procedura onerosa e non esente da responsabilità anche legali per il fornitore. La situazione, però, si smuove nel 2010: il decreto legge 225 ha rimosso l'onere al proprietario della rete WiFi di identificare l'utente, rendendo di fatto il WiFi libero. àˆ rimasto l'obbligo di mantenere certi dati di navigazione - tra cui gli indirizzi IP - per un dato periodo di tempo a scopi di sicurezza, ma in questo caso si è trattato di un vincolo leggero per i fornitori, considerato come esistano software che catalogano queste informazioni automaticamente senza alcun altro intervento necessario.
Nel nuovo Decreto del Fare si legge: «l'offerta a internet per il pubblico sarà libera e non richiederà più l'identificazione personale dell'utilizzatore. Resta, però, l'obbligo del gestore di garantire la tracciabilità mediante l'identificativo del dispositivo utilizzato». Nessuna novità , in altre parole, si mantiene sostanzialmente viva la situazione legislativa nata a partire dal 2010.