WebScaleSQL: il fork di MySQL di Facebook, Google, Twitter e LinkedIn

In queste ore Facebook ha tolto i veli al progetto WebScaleSQL, sforzo di collaborazione tra gli ingegneri del software di importanti aziende del Web con l'obiettivo comune di ottimizzare MySQL per applicazioni di notevoli dimensioni.

WebScaleSQL è il database relazionale (RDBMS) che permette a Facebook di gestire un'infrastruttura di condivisione e comunicazione frequentata da 1,32 miliardi di persone in tutto il mondo, spiega l'ingegnere del social network Steaphan Greene, un risultato ottenuto grazie all'introduzione di ottimizzazioni specifiche a partire dall'ultima release ufficiale di MySQL (attualmente MySQL 5.6).

Oltre a Facebook, al momento lavorano a WebScaleSQL i programmatori di Google, LinkedIn e Twitter: con questo vero e proprio “outing” pubblico e l’apertura di un portale pubblico si spera di ottenere una collaborazione ancora più ampia da parte di aziende o singoli programmatori interessati alla questione.

I risultati sin qui ottenuti sono già significativi, spiega Greene; il codice di MySQL è stato modificato per migliorare le performance (con ottimizzazioni per certi tipi di query, supporto per il design di memoria NUMA e altro ancora) e sono state introdotte nuove funzionalità che facilitano l'impiego di WebScaleSQL come un sistema di database davvero scalabile verso l’alto.

I piani futuri più immediati del progetto WebScaleSQL comprendono tra le altre cose la realizzazione di un client MySQL asincrono che non richieda attese fra l'esecuzione di una query e l'altra, e l'implementazione di un meccanismo di scansione completo delle tabelle in grado di garantire velocità superiori di 10 volte a quelle attuali.

Una cosa che non è apparentemente destinata a cambiare in futuro è la volontà dei gestori del progetto WebScaleSQL di restare ancorati alle release ufficiali di MySQL, dando per scontata la volontà della community MySQL di continuare a innovare e rilasciare nuovo codice. WebScaleSQL è una branca di MySQL e non un fork, dicono i programmatori.

Via | Facebook Engineering Blog>/a>