È un periodo decisamente nostalgico, quello in corso sul fronte dei consumi e dell'intrattenimento: tornano i vinili, le musicassette, le riedizioni delle vecchie console di gaming e, dulcis in fundo, sulle piattaforme di streaming spopolano le serie ambientate nei gloriosi anni '80. Non stupisce, di conseguenza, anche il web stia cercando di adeguarsi: pochi mesi fa, ad esempio, si è assistito all'affermazione del brutalist web design, uno stile di progettazione scarno ed esteticamente poco curato, di chiara ispirazione ai primi siti della storia.
Eppure il ritorno al passato non termina sposando unicamente questa filosofia di design, poiché sempre più professionisti hanno deciso di unirsi a un trend in netta crescita: quello delle pagine anni '90. È quanto sottolinea il New York Times in un recente intervento, nel dimostrare come il decennio non stia prendendo piede solo online, ma anche fra gli artisti: basti pensare, in tal senso, alle sperimentazioni degli Arcade Fire o di Solange Knowles, sorella della più conosciuta Beyoncé.
Perché tornano gli anni d'oro del primissimo web e, soprattutto, quali consigli tenere in considerazione qualora si volesse davvero fare un salto nel passato?
Prima di cominciare è bene sottolineare una questione importante: simili trend hanno dimostrato, almeno negli ultimi anni, di avere una vita davvero breve. Potrebbe trattarsi di una moda passeggera, pronta a estinguersi nell'arco di pochi mesi: un fatto da tenere in considerazione prima di lanciarsi in investimenti anche ingenti.
Perché tornano gli anni '90 sul web?
Se si pensa agli anni '90 e alla prima diffusione capillare della Rete, il ricordo sarà ben lontano da temi attuali come quelli dell'accessibilità, del minimalismo, della facilità di navigazione. I siti anni '90 risultavano decisamente confusi ed esteticamente poco curati, tra box e tabelle inseriti abbastanza casualmente nelle pagine, collegamenti ipertestuali su qualsiasi parola, le immancabili Gif animate e gli sfondi orribilmente ripetuti a partire da una piccola immagine.
Perché tornare a uno stile non fra i più gradevoli alla vista?
L'effetto nostalgia ha certamente un peso: con un universo online sempre più onnipresente e sofisticato, con qualsiasi risposta a portata di taschino, manca forse quella sensazione di sorpresa vissuta vent'anni fa, quando si attendeva pazientemente la connessione da parte del rumoroso modem 56k per lanciarsi in un mondo largamente inesplorato. La semplice malinconia, tuttavia, potrebbe non essere sufficiente nello spiegare questo fenomeno. Molto potrebbe derivare dalla necessità di riappropriazione, ovviamente in senso lato, di un web che risultava certamente meno user-friendly ma più rasserenante.
Per quanto oggi si possa sfruttare qualsiasi servizio, vi è una innegabile standardizzazione che enfatizza il ruolo dell'utente come fruitore anziché creatore di un'esperienza condivisa. Ancora, innegabili sono le semplici ragioni di moda: questo 2017 ha visto un revival pressante degli anni '90 in tutti gli ambiti di vita, quindi molti web designer potrebbero aver semplicemente deciso di saltare sul carro dei vincitori.
Estetica antica, tecnologia moderna
Appare abbastanza evidente come il ritorno agli anni '90 sia perlopiù estetico e non tecnico, poiché nessun developer si sognerebbe di sviluppare siti web con le tecnologie di vent'anni fa, magari recuperando FrontPage da qualche floppy disc dimenticato in un cassetto. Tutti i siti che oggi si ispirano agli albori del web tendono a inglobare la modernità dello sviluppo, dall'impiego di HTML 5 alle ultime specifiche CSS3, passando per il design responsive, lo scrolling singolo e lunghe analisi di UI e UX design.
In altre parole, l'esperienza visiva vintage deve essere fruibile sui dispositivi odierni, si tratti di un potente laptop o di uno smartphone low cost, e pertanto si devono applicare modelli di progettazione altrettanto avanzati.
Pena l'impossibilità di raggiungere un elevato bacino di potenziali utenti, basti pensare all'infinità di risoluzioni e diagonali per i device mobile.
Come fare?
Definito un codice al passo con i tempi sorgono naturalmente dubbi di carattere estetico: cosa inserire? Fortunatamente, il web anni '90 non ha mai presentato chissà quali regole stilistiche, lasciando il tutto alla creatività degli stessi utenti, spesso e volentieri autodidatti e pronti a una produzione "casalinga".
A dominare le pagine potrebbero essere innanzitutto le tabelle: queste ultime saranno praticamente prive di ogni elemento estetico, dotate dei bordini grigi di default, quasi si trattasse di un foglio Excel. Si passa quindi per la scelta di font estremamente comuni, considerato come vent'anni fa non fossero disponibili le personalizzazioni on-the-go di Google Fonts, compreso il tanto odiato Comic Sans.
I collegamenti non visitati saranno rigorosamente blu e quelli già visti viola, quindi si potrà abbellire il tutto - se così si può dire - con Gif animate di bassa risoluzione, testo scorrevole con l'onnipresente comando "marquee" e pulsanti grigi in stile Windows 95.
Più difficile sarà la personalizzazione del colore delle barre di scorrimento o la sostituzione del cursore del mouse con stelline o palloncini, poiché i browser moderni non sempre lo permettono. Tuttavia, si potrà creare aspettativa con un immancabile "under construction” pochi giorni prima dell'inaugurazione, con landing page invase dalle barre di caricamento, pop-up e video a bassa risoluzione.
Attenzione però, poiché un perfetto sito in stile '90 non è detto sia necessariamente SEO-friendly.
Via: New York Times