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IT: cosa distingue buoni e cattivi clienti?

IT: cosa distingue buoni e cattivi clienti?
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Dai web designer ai developer, ogni professionista dell'universo digitale può di certo raccontare le più singolari storie sui clienti con cui, nel corso degli anni, si è trovato a lavorare. Dalle richieste più irrealizzabili ai budget inesistenti, passando per vere e proprie sostituzioni di persona con il committente che pretende di saperne di più del professionista a cui si è affidato, non sempre trattare con i propri partner è semplice. Ma quali sono le caratteristiche che davvero permettono di distinguere tra un buon e un cattivo cliente?

Come facile intuire, non è possibile ottenere una sorta di prontuario del bravo o del pessimo committente, anche perché il giudizio è sempre mediato dalle esperienze personali e dalle strategie lavorative che si desidera raggiungere. Per questa ragione, CodeInWP ha deciso di interrogare un campione abbastanza rappresentativo di professionisti, cercando di tratteggiare dei fattori che possano essere il più possibile condivisibili per la definizione della tipologia di clientela. Di seguito, qualche nota di rilievo.

Buoni clienti

A molti potranno apparire come un'utopia, come una leggenda che da decenni viene tramandata da un professionista all'altro, eppure i buoni clienti esistono davvero. Ironie a parte, non è difficile trovare un committente pronto a lasciarsi guidare nella definizione di un nuovo sito web oppure di un'applicazione, capace di riconoscere la professionalità del singolo o dell'agenzia a cui si è rivolto, nonché a proporre modifiche in modo costruttivo.

Tra gli elementi che maggiormente emergono come favoriti dai web designer per identificare un buon cliente, la chiarezza d'intenti è sicuramente il primo. Il committente ideale contatta il professionista con già una buona idea - per quanto da sviluppare - su quel che vorrebbe realizzare, poiché proviene da una preventiva fase di ricerca. È consapevole del messaggio che la sua azienda vuole trasmettere, dello stile che vorrebbe raggiungere ed è incline ad accettare suggerimenti e proposte di modifica.

Non sminuisce il lavoro del professionista paragonandolo a quello di (amatoriali) amici e parenti, non contesta di continuo le tariffe proposte per il lavoro richiesto e, soprattutto, comprende come lo sviluppo di un progetto sia un processo in divenire, un mosaico che si completa ogni giorno, senza troppi cambi di idee o richieste continue di ripartire da zero. Diana Briceno, a capo di The Creators Circle Studio, così afferma:

Di norma questi clienti sono quelli che hanno già condotto ricerche, quindi capiscono perché certi fattori sono importanti. Uno dei miei clienti è così: capisce che il testing è essenziale e ci garantisce una maggiore libertà creativa, perché è consapevole che quanto facciamo porterà beneficio nel lungo periodo.

Cattivi clienti

Tutti i professionisti dell'universo digitale si sono ritrovati, prima o poi, a dover gestire un cliente particolarmente ostico o cocciuto, talmente testardo da voler imporre richieste irrealizzabili o sostituirsi al web designer o al developer stesso, pur non avendone le competenze.

Tra i fattori che emergono con una certa preponderanza nel profilo dei committenti con cui nessuno vorrebbe mai lavorare, si elencano innanzitutto i clienti che si disinteressano del processo di sviluppo, per poi lamentarsene alla fine. Non vogliono essere coinvolti, non forniscono indicazioni - e quando lo fanno, non sono sufficientemente chiare - salvo poi realizzare che il prodotto ottenuto non è quello che si sarebbero aspettati.

Vi sono poi quelli che vogliono tutto e subito, come siti di shopping online creati da zero in mezza mattinata, quindi coloro che si lamentano costantemente del prezzo, magari ricordando il lontano parente che avrebbe potuto realizzare lo stesso lavoro "con molto meno".

Tra i tanti personaggi ostici, sempre Briceno elenca una categoria molto temuta: quella dei professionisti che non riescono a separare lavoro e famiglia. Così il web designer, o l'agenzia di social media manager, deve sempre rincorrerli per evitare che pubblichino i disegni dei figli sugli account social istituzionali delle loro aziende, nonché evitare il lancio di status fin troppo personali o poco desiderabili sulle medesime piattaforme.

Via CodeInWP

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