Il governo canadese ha recentemente varato una nuova tassa digitale, chiamata Digital Services Tax (DST), che sta suscitando preoccupazioni tra le grandi aziende tecnologiche statunitensi operanti in Canada. La nuova tassa, presentata come una misura temporanea e supportata dai paesi del G20, potrebbe costare miliardi di dollari a colossi del settore come Apple, Google, Microsoft, Amazon e Meta.
La DST prevede un'imposta del 3% sui ricavi generati da mercati digitali, servizi pubblicitari online, piattaforme di social media e raccolta dati degli utenti. La legge si applica alle aziende che raggiungono un fatturato globale annuo di almeno 750 milioni di euro e generano almeno 20 milioni di dollari canadesi di ricavi dagli utenti in Canada. La tassa colpirà i guadagni registrati a partire dal 1° gennaio 2022, e le aziende dovranno iniziare a versare le imposte previste entro il 30 giugno 2025.
La nuova normativa ha attirato l'attenzione del governo statunitense, che la considera una violazione degli accordi commerciali internazionali, come il North American Free Trade Agreement (NAFTA) e lo United States-Mexico-Canada Agreement (USMCA). Secondo gli Stati Uniti, la tassa digitale potrebbe penalizzare ingiustamente le aziende americane operanti in Canada, creando una disparità di trattamento.
Forte preoccupazione del governo statunitense
Katherine Tai, la Rappresentante Commerciale degli Stati Uniti, ha espresso la preoccupazione del suo governo, affermando che gli Stati Uniti sono contrari alle imposte digitali unilaterali che finiscono per discriminare le imprese statunitensi.
Tai ha inoltre sottolineato che l'Ufficio del Rappresentante Commerciale degli Stati Uniti (USTR) sta intraprendendo azioni concrete per affrontare le politiche fiscali del Canada e, parallelamente, continuerà a sostenere i negoziati globali all'interno dell'OCSE e del G20 per cercare di trovare una soluzione condivisa alle problematiche legate alla tassazione digitale.
Attualmente, gli Stati Uniti stanno conducendo trattative urgenti con il governo canadese, cercando di risolvere la questione entro un termine di 75 giorni. Se questi sforzi non dovessero portare i risultati sperati, gli Stati Uniti potrebbero richiedere l'intervento di un organismo di risoluzione delle controversie previsto dall'USMCA. Il governo americano sta anche considerando l'adozione di misure di ritorsione, come l'introduzione di tariffe sui paesi che hanno implementato normative simili a quelle del Canada.
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