A seguire la pubblicazione del whitepaper da parte della Free Software Foundation, in cui John Sullivan non ha apprezzato la scelta da parte di Ubuntu di rimuovere GRUB2 come bootloader, è intervenuto Mark Shuttleworth, in un´intervista pubblicata su The Register a difendere ?la propria scelta in merito alla sua creatura:
Il Software Freedom Law Center ci ha suggerito che la Free Software Foundation potrebbe richiedere la pubblicazione delle chiavi se alcuni OEM avessero dato problemi. Alcuni nella FSF dicono che non lo farebbero [...] la FSF ha scritto una licenza che le darebbe il diritto di intraprendere azioni specifiche, ed è difficile per loro sostenere che non lo farebbero!
La presa di posizione, riportata in un estratto di questa intervista, è segno di un certo conflitto tra la FSF e il patron di Canonical. Se da una parte si teme per la libertà degli utenti e possa esserci stato un fraintendimento sul significato di certi aspetti della GPLv3, come paventato dalla FSF, dall´altra - potrebbe forse questo essere un motivo? - si cerca di coprire un´operazione che in teoria andrebbe a tutto vantaggio di Ubuntu e dei produttori hardware che offrono la distribuzione Linux per gli esseri umani preinstallata.
Shuttleworth, dal canto suo, ha un passato di esperto in sicurezza: è stato infatti fondatore della Thawte Consulting, una Certificate authority in seguito venduta a VeriSign - ora partner di Microsoft nel caso Secure Boot.