Il governo della Repubblica Popolare Cinese da decenni mostrava di avere intenzione di slegarsi da Microsoft, e da tempo correvano voci ufficiose da parte di alcuni funzionari del governo di Pechino in merito alla scelta di Ubuntu come possibile sostituto di Windows. Qualche giorno fa finalmente le voci sono state confermate da Canonical stessa che ha annunciato di avere accordi col governo cinese per lo sviluppo di una derivata ufficiale di Ubuntu dedicata al mercato cinese e al settore pubblico.
Questa è sicuramente una partnership importantissima per Canonical, infatti il governo cinese potrebbe investire tantissimo sulla distribuzione sud africana e questo indirettamente porterebbe un vantaggio alla comunità di Ubuntu, con un maggiore supporto hardware e con un aumento (probabile) del bacino del software, infatti con il passaggio ad Ubuntu l´amministrazione Cinese dovrebbe sviluppare ex novo i tool gestionali e altri programmi utili alla pubblica amministrazione.
Ma malgrado per l´azienda sia "un grosso affare" ci chiediamo quanto sia etico collaborare con un governo che ogni giorno viola i diritti umani fondamentali dei propri cittadini: ricordiamo infatti che la Cina è sotto una dittatura di stampo marxista dalla fine della seconda guerra mondiale.