Con la Beta ormai alle porte, Ubuntu 10.10 si accinge a fare la sua entrata in scena come la prima versione sfornata dopo tutti i cambiamenti apportati da Canonical alla filosofia, all´interfaccia, al modo di pensare questa distro: al centro di numerose polemiche per alcune scelte, applaudita per altre, Canonical è certamente un´azienda che sa far discutere e far parlare di sé all´interno della comunità.
Non potevamo esimerci dal provare per voi Ubuntu 10.10, aggiornata al ramo di sviluppo che ormai, dopo i freeze dei numerosi aspetti del sistema, si avvicina a grandi passi alla Beta 1, nel totale rispetto dei tempi di consegna. Dunque andiamo ad analizzare le migliorie apportate alla distribuzione, sopra e sotto il cofano.
Per prima cosa, al boot, si può notare un nuovo tema per l´interfaccia utente, completamente rinnovato, con dei nuovi colori leggermente migliori di quelli scelti per Ubuntu 10.04: il marrone della titlebar è leggermente più scuro, i bottoni sono disegnati in maniera migliore e meno "vetrosa". Per quanto riguarda invece i controlli GTK+ delle finestre, il colore di sfondo è stato notevolmente schiarito, dal marrone verso un grigio chiaro che non stanca assolutamente gli occhi; anche gli elementi selezionati hanno subito un restyle, e sia le voci di menù che i bottoni esibiscono un arancione nuovo, molto migliore, a mio parere, di quello degli stili precedenti.
Anche Radiance ha subito la sua dose di redesign, in linea con i miglioramenti apportati ad Ambiance, e anche in questo caso per chi preferisce i temi chiari l´alternativa al tema di default si dimostrerà una delle scelte migliori: come in Ambiance infatti, anche in Radiance sono state aggiunte delle piccolissime ombre per quanto riguarda i caratteri, così da migliorare leggermente la leggibilità. Assieme a queste migliorie per quanto riguarda il tema, anche il set di icone Humanity è stato rivisto, con qualche cambio in corsa per essere reso coerente con i nuovi stili.
Al primo boot il sistema ha sofferto un pochino in termini di velocità, data la mole di dati elaborati per la creazione del profilo utente; negli startup successivi si è dimostrato snello quanto basta, sicuramente all´altezza degli spot pubblicitari che avevamo visto in precedenza. Per quanto riguarda le ore di lavoro, anche lì la situazione è risultata ottima: dall´elaborazione di testi alla più semplice chat, passando per l´elaborazione video e la riproduzione di contenuti multimediali, in tutte queste situazioni la distribuzione si è comportata egregiamente, anche con un uso intensivo della macchina e con l´utilizzo costante di un doppio monitor, gestito egregiamente.
L´installazione del software si è rivelata ancora più gradevole che in Ubuntu 10.04, infatti il Software Center ha subito più di un miglioramento sotto tutti i punti di vista: i colori dell´interfaccia sono maggiormente integrati con l´ambiente desktop, e viene proposto uno sfondo per rendere il programma meno asettico e più amichevole. È inoltre prevista per questa versione la possibilità di inserire dei software a pagamento, ovviamente differenti da quelli già presenti nei repository ufficiali, e pur sempre open source.
Per quanto riguarda ciò che c´è ma non si vede, un cuore nuovo anima questa versione di Ubuntu: si tratta del kernel Linux 2.6.35 che, con tutti i suoi nei come un insolito carico elevato sulla macchina per colpa di un bug nello scheduler, è stato comunque patchato nell´ultima release del pacchetto, e posso confermare che il problema sembra ridotto di molto, dato che le prestazioni della workstation su cui è stata provata la distro non sembrano essere intaccate da questo problema, ormai risolto.
Anche il resto dei programmi sotto il cofano, come PulseAudio 0.9.22 che ci ha permesso di effettuare senza problemi chiamate su Skype e ascoltare sin da subito musica, si comportano tutti benissimo: l´unico crash rilevato nel corso delle giornate di lavoro è stato quello di Plymouth subito dopo la sequenza di boot, nulla di grave ovviamente, ma è comparsa una bubble di notifica che un utente non esperto ovviamente troverebbe inquietante.
Insomma, insieme a GNOME 2.31.90, questa versione di Ubuntu merita assolutamente: per chi non ha intenzione di rimanere alla versione Long Term Support l´aggiornamento è più che consigliato, non appena Ubuntu 10.10 sarà dichiarata stabile; per chi volesse provare in anteprima le novità ed esprimere un suo parere, può scaricare la Daily Build, la Alpha 3, ormai un po´ datata, oppure può aspettare un paio di giorni e scaricare la Beta 1 che il team di sviluppo renderà disponibile, a meno di ritardi, il 2 settembre.
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