È risaputo come il backend di Twitter faccia moltissimo uso di software open source, dal kernel Linux utilizzato su tutte le macchine, ai server della compagnia, ad ovviamente tutti i componenti fondamentali dello stack software della piattaforma come Cassandra, MySQL, e chi più ne ha più ne metta: proprio per questi motivi, Twitter ha preso la decisione di divenire membro della Linux Foundation.
La quota associativa di 15.000 dollari (annuali) pagata da Twitter alla Linux Foundation servirà a garantire sviluppatori pagati per il kernel Linux, e va a collocare Twitter al fianco di numerose aziende che, come Google ad esempio, finanziano lo sviluppo di Linux. Jim Zemlin, direttore esecutivo della fondazione, ha commentato così l´evento:
[L´unione di Twitter alla Linux Foundation] mostra come Linux stia diventando importante per queste Internet company su vasta scala, che essenzialmente basano il loro software su Linux e stanno lavorando per poter costruire tutta la loro infrastruttura quasi interamente su software open source.
Allo stesso modo, Zemlin si è detto fiducioso su un passo avanti da parte di Facebook, società che ancora manca all´appello e di cui sarebbe auspicabile veder richiedere la membership. Inoltre, non va dimenticato l´apporto di Twitter all´ecosistema open source, tramite la diffusione di propri progetti nati in azienda, e fork di altro come Twemcache, Iago, e non ultimo Bootstrap.