Vi ricordate di Tripoli? Quel non-framework CSS che si definiva un rendering layer?
David Hellsing, l'autore, dopo diverse settimane di inattività rompe il silenzio e propone al grande pubblico una beta ricca di sostanziali migliorie. In un post nel suo blog spiega come l'aver testato Tripoli in situazioni reali l'abbia spinto a modificarne alcuni aspetti, che qui vi riassumo:
- àˆ stato introdotto un controllo via CSS, per disabilitare markup non valido
- Sono state apportate migliorie nella resa cross-browser (specialmente per quello che riguarda Internet Explorer)
- àˆ stato compattato il codice, adesso tutto il pacchetto pesa non più di 5.5k
Il primo punto l'ho trovato molto interessante. La disabled section, come viene chiamata da Hellsing, non è altro che un porzione di codice CSS che si occupa di disabilitare tag deprecati come font, center e compagnia bella. L'idea, molto originale, anche se non troppo recente, è tornata alla ribalta grazie ad un recente post su 456BereaStreet in cui veniva proposto di enfatizzare in rosso i tag vietati, così da poterli rintracciare ed eliminare.
Di natura opposta è l'approccio di Tripoli: invece di enfatizzare i tag da non utilizzare, si occupa di degradare le loro proprietà . In quest'ottica viene definito center in modo che erediti l'allineamento, font in modo che erediti le proprietà del testo, blink in modo che annuli la propria decorazione...
Il punto di vista di questa soluzione non è più quello del web designer in fase di debug, ma piuttosto quello più concreto dell'utente finale che utilizza il layout attraverso un CMS, poco conforme agli standard, che non permette un controllo adeguato sul markup generato.
Entrambe le soluzioni sono valide ed hanno una loro ragione di esistere, ma quali sono le situazioni in cui è preferibile adottarne una invece che l'altra? C'è qualcuno tra di voi che le ha provate e ha voglia di condividere le sue impressioni?