Donald Trump ha annunciato la nomina di Brendan Carr come presidente della Federal Communications Commission (FCC), l’ente responsabile della regolamentazione di internet, media e telecomunicazioni. Carr, già membro della FCC dal 2017, ha espresso posizioni controverse, tra cui il sostegno a un potenziale divieto di TikTok e una revisione della Sezione 230 del Communications Decency Act.
Carr considera TikTok un rischio per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, sostenendo che l'app possa essere sfruttata dal governo cinese per influenzare l'opinione pubblica americana. Sebbene non ci siano prove pubbliche che Pechino abbia avuto accesso ai dati degli utenti statunitensi, è stato dimostrato che ByteDance, la società madre di TikTok, ha utilizzato i dati degli utenti.
Carr ha inoltre espresso preoccupazione per l’uso di apparecchiature di comunicazione cinesi, come quelle prodotte da Huawei e ZTE, proponendo un investimento di 3 miliardi di dollari per rafforzare il programma "rip and replace", che mira a sostituire questa tecnologia con alternative più sicure.
La nomina di Carr suggerisce una linea molto severa
Nonostante Trump sembri intenzionato a evitare un divieto totale di TikTok, il che rappresenta un cambiamento rispetto alle sue posizioni precedenti, la nomina di Carr suggerisce una linea più severa. Nel 2020, Trump aveva firmato un ordine esecutivo per vietare l’app, un provvedimento poi annullato dall’amministrazione Biden, che però ha adottato un approccio simile chiedendo a ByteDance di vendere TikTok, anche se la società cinese difficilmente accetterà.
Carr ha anche espresso l’intenzione di modificare la Sezione 230, che attualmente protegge le piattaforme online da responsabilità per i contenuti pubblicati dagli utenti e consente loro di moderare liberamente i contenuti. Secondo Carr, questa legge favorisce la censura di alcune opinioni politiche.
Tuttavia, organizzazioni come la Electronic Frontier Foundation avvertono che una modifica della Sezione 230 potrebbe limitare la libertà di espressione, spingendo le piattaforme a censurare in modo più aggressivo o a rinunciare del tutto all’hosting di contenuti generati dagli utenti. La nomina di Carr e le sue posizioni segnano una possibile svolta per la regolamentazione tecnologica negli Stati Uniti, con implicazioni significative per la privacy, la sicurezza e la libertà di espressione online.