La Corte di Giustizia Europea ha respinto il ricorso presentato da Bytedance, la società madre di TikTok, contro la sua classificazione come "gatekeeper" secondo il Digital Services Act (DSA), il regolamento europeo sui servizi digitali.
La Commissione Europea aveva già designato Bytedance come gatekeeper lo scorso settembre, basandosi su criteri stabiliti dal Digital Markets Act (DMA), che includono il valore di mercato globale, il numero di utenti attivi mensili e la presenza stabile in almeno tre Stati membri per un periodo minimo di cinque anni. Bytedance aveva contestato questa decisione, sostenendo di non soddisfare tali requisiti e di non avere un impatto significativo sul mercato digitale.
Tuttavia, la Corte ha rigettato le argomentazioni di Bytedance, confermando che l'azienda supera effettivamente le soglie previste dalla normativa. Gli elementi forniti da Bytedance non sono stati considerati sufficienti per mettere in discussione la sua designazione come gatekeeper.
Bytedance ha già adottato alcune misure per migliorare il controllo degli utenti
Un portavoce di Bytedance ha espresso delusione per la decisione della Corte, affermando che TikTok è una piattaforma innovativa che offre una competizione significativa per le aziende digitali consolidate. La società, pur valutando i prossimi passi, ha ricordato di aver già adottato misure per conformarsi alle principali disposizioni del DMA, anticipando la scadenza dello scorso marzo.
Questa decisione rappresenta un importante passo avanti nell'applicazione del DSA, confermando il potere della Commissione Europea di designare le grandi piattaforme digitali e di imporre loro obblighi più rigorosi per promuovere la concorrenza e proteggere gli utenti. Sebbene Bytedance sia delusa, l'azienda ha già implementato alcune misure per migliorare la trasparenza e il controllo degli utenti sui propri dati.
Resta da vedere quali saranno i prossimi passi di Bytedance, che potrebbe scegliere di presentare un ulteriore ricorso contro la decisione della Corte o di adeguarsi ulteriormente alle nuove regole europee. Questa vicenda mette in luce il crescente potere delle grandi piattaforme digitali e la necessità di una regolamentazione adeguata per garantire un mercato digitale equo e competitivo.
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