La Commissione europea ha avviato un'indagine su Telegram, sospettando che l'app di messaggistica non abbia rispettato le normative digitali dell'Unione Europea. In particolare, le autorità europee stanno verificando se Telegram abbia sottostimato il numero dei suoi utenti all'interno dell'UE, forse per evitare di superare la soglia critica dei 45 milioni di utenti. Oltre questa soglia, le grandi piattaforme online devono rispettare una serie di regolamenti previsti dal Digital Services Act (DSA), che mira a limitare l'influenza delle piattaforme più potenti.
L'indagine della Commissione coincide con un'inchiesta avviata dalle autorità francesi riguardante presunte attività illegali condotte attraverso Telegram. Questo ha portato all'arresto di Pavel Durov, il fondatore dell'app e miliardario russo, lo scorso sabato. Durov, che oggi possiede la cittadinanza francese ed emiratense, ha negato qualsiasi accusa, affermando di non avere nulla da nascondere.
Lo scorso febbraio, Telegram aveva dichiarato di avere 41 milioni di utenti attivi nell'Unione Europea. Tuttavia, secondo le norme del DSA, l'azienda avrebbe dovuto fornire un aggiornamento preciso sul numero di utenti questo mese. Invece, Telegram ha semplicemente affermato che i suoi utenti nell'UE sono "ben al di sotto" della soglia dei 45 milioni di utenti attivi mensili, senza fornire cifre più dettagliate.
Gravi conseguenze in caso di colpevolezza per Telegram
La Commissione europea vuole assicurarsi che piattaforme digitali di grandi dimensioni come Telegram rispettino pienamente le regole stabilite dall'UE, che prevedono un maggiore controllo e supervisione per le piattaforme che superano determinate soglie di influenza.
Se l'indagine confermerà che Telegram ha effettivamente sottostimato il numero dei suoi utenti, ciò potrebbe comportare conseguenze significative per il futuro dell'app all'interno del mercato europeo e influenzare il modo in cui altre grandi piattaforme operano nell'UE.
Le indagini in corso potrebbero portare a un cambiamento nelle dinamiche delle piattaforme digitali, rafforzando il ruolo delle autorità europee nel regolamentare l'ecosistema online per proteggere i diritti degli utenti e prevenire abusi.
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