Di Symfony2 abbiamo già parlato qui su Edit, quindi i lettori non saranno sicuramente nuovi al prodotto.
Uno degli aspetti più nascosti del framework, però, è sicuramente la potenzialità che le varie librerie che lo compongono, in maniera disaccoppiata, presentano.
Quindi, forse stufo delle critiche pervenute al framework per la sua verbosità e complicatezza, Fabien Potencier, padre del prodotto, ha recentemente pubblicato un lungo post che spiega la visione generale che sta dietro al framework, mostrando alcuni esempi che rendono chiare proprio le potenzialità dei componenti che lo formano in maniera standalone.
Partendo dalla negazione di Symfony2 come framework MVC, supportata dalla completa assenza di un layer di model (e persistenza) nativa, Fabien parla di Symfony2 come un framework HTTP, altamente pensato per aderire all'RFC del protocollo del Web.
Nella parte finale del suo post Potencier parla inoltre del riutilizzo, in Symfony2, di ottime librerie già esistenti nel mondo PHP, tra cui Monolog e Twig, e porta degli esempi dei cosiddetti Symfony components, mini-librerie che adempiono a degli obblighi specifici, in pieno stile separation of concerns tanto amato dallo stesso leader del progetto.