No, non mi sono bevuto il cervello. Arrivato a 45 anni, ogni tanto mi accorgo che pensare fa male, in particolare quando riteniamo di avere le capacità per prevedere o per stabilire sulla base delle nostre conoscenze cià di cui gli altri hanno bisogno, quello che vogliono o le difficoltà che incontrano.
Sto piano piano cambiando il mio modo di comportarmi. Quando si tratta dei navigatori, mi sono ormai convinto di non sapere nulla. Tutto quello che io credo possa essere, spesso si dimostra molto lontano dalla realtà , dal pensiero dell'utente, dalle sue necessità .
Come Cartesio ci diceva nel suo Discorso sul metodo, dobbiamo fare "tabula rasa" e partire da zero. Il visitatore preferisce il link testuale o un pulsante? Non lo so. Facciamo una prova o chiediamo a lui. Il navigatore usa il singolare o il plurale, sui motori di ricerca? Attiviamo una campagna PPC e controlliamo. Ecc. ecc.
La frequentazione di contesti in cui tutti siamo simili, per professione, per passioni, per ceto o per altri attributi, ci porta a perdere di vista il fatto che noi siamo solo una rappresentanza spesso sparuta di una popolazione ben più vasta. La nostra miglior conoscenza è quella di non sapere.
I giovani amano i colori scuri. Ma chi lÂ’ha detto? Fermo. Becchiamo 'sti giovani e chiediamolo a loro, che sono gli interessati.
Le donne amano il rosa. Ma di che donne parli? Il rosa non piace neppure a mia figlia di 5 anni. I tecnici vogliono maggiori approfondimenti sulle pagine. Ma sei sicuro? Li hai visti navigare? Ti sei accorto di quante volte non superano la decima riga di un post e già stanno mettendo un commento di risposta?
Io la mia decisione lÂ’ho presa. Alla mia ragazza ho chiesto di darmi una botta in testa ogni volta che, sbadatamente, dico cose tipo "Guarda, io penso che loro preferirebbero...". Non pensare. Prova o chiedi.