All'evento dedicato al mondo SQL, tenutosi presso la sede italiana di Microsoft e organizzato da SolidQ, abbiamo chiesto a Davide Mauri, membro fondatore della società italiana che si occupa di Data Management, lo stato attuale della situazione italiana
Come nasce l'idea di SQL Saturday?
L'idea di organizzare SQL Saturday è nata perché fondamentalmente in tutto il mondo funziona. Di fatto, è una piattaforma che permette anche una sorta di scambio culturale con altre nazioni, un aspetto molto interessante e utile perché arricchisce. Da qui nasce il motivo degli speaker internazionali. L'obiettivo è portare un po' di internazionalità in Italia, a volte siamo chiusi da questo punto di vista.
Com'è la risposta italiana?
L'anno passato per noi di SolidQ Italia è andata molto bene, pur essendo la prima edizione. Abbiamo richieste da altre sedi e città italiane in cui già sono organizzati eventi che trattano il mondo SQL, come il SQL Start di Ancona in cui avremo ancora speaker internazionali. Come UGISS abbiamo già organizzato eventi nazionali ma ora vista la crescente richiesta e grande interesse cerchiamo di dargli una connotazione europea. Per fortuna abbiamo visto che l'inglese non è più un problema, fino a qualche anno fa costituiva uno scoglio, mentre ora abbiamo molte sessioni in questa lingua “franca” con molta partecipazione e interazione da parte del pubblico, come durante il keynote d'apertura di Fabian Pascal a questo SQL Saturday #260. Questo è fondamentale, perché il mercato del nostra Paese è in realtà molto piccolo. Gli operatori ed esperti sono quasi sempre gli stessi, questo significa che le esperienze che riesci a scambiarti sono limitate, quindi interagire con altri interlocutori, di altre realtà, di altre nazioni diventa un fattore chiave.
Come è andata questa seconda edizione?
Questa seconda edizione di SQL Saturday è andata abbastanza bene, l'affluenza poteva essere migliore, ma si è verificato il classico problema degli eventi gratuiti, con un cosiddetto “drop rate” relativamente elevato. Qui in Microsoft non ci sono problemi essendo ospiti, ma ciò impedisce di organizzare eventi in sedi in cui non ci sia un utilizzo gratuito della struttura.
Qual è l'appeal attuale di SQL?
Su SQL c'è sempre più interesse, è il secondo database del mondo come utilizzo. Questo significa che c'è tanto da fare, e col passare del tempo e la sua naturale crescita, le cose sono diventate sempre più complesse. Personalmente sono partito prima del 2000 e devo dire che nei primi anni imparare è stato semplice.
Uno dei più grossi problemi attuali è l'estensione del mondo SQL, non più una piccola “isola” come a inizio anni duemila. Chi si avvicina per la prima volta viene letteralmente sommerso da una valanga di informazioni, diventando molto complicato anche solo comprendere dove e con cosa partire. Quello che cerchiamo di fare è di fornire un supporto come UGISS, tramite un forum che aiuti a partire col piede giusto. Questa è l'idea di base, uno User Group che ha una bella storia ormai (ben 13 anni di vita), con circa tremila e 500 iscritti e un passaggio a breve sul cloud.
Le ultime soluzioni cloud di Microsoft sono servite a migliorare l'appeal di SQL?
Sicuramente adesso quello del cloud computing è un trend inarrestabile. Le aziende che sono sulla nuvola non sono così tante, ma l'intenzione di cambiare a breve è reale. Tutta la parte di SQL Server su Windows Azure è molto interessante perché azzera in pratica i costi per partire, un enorme passo in avanti rispetto all'immediato passato dove l'investimento per le licenze e le macchine scoraggiava la maggior parte degli utenti. Ora si parte a costo zero o molto vicini allo zero, si parla di meno di mille euro per soluzioni piccole. Questo facilita l'introduzione della soluzione nell'azienda che ne prova la bontà, se poi la cosa funziona si va avanti.
Office365 è una rivoluzione completa perché sta cambiando completamente l'approccio nell'acquistare il software e nell'utilizzo della licenza, che non è più fisica. Vediamo come risponderanno gli utenti, che vengono molto responsabilizzati.
I vostri utenti come vedono questa rivoluzione?
Quelli istituzionali, come banche e assicurazioni, continuano a volere il report classico. Le società più piccole, la classica realtà italiana delle PMI, sono più dinamiche e pronte alle novità, non avendo una catena decisionale importante con tempi che naturalmente si allungano. In sostanza abbiamo un'evidente differenza di velocità nel mercato, ma sicuramente promette bene perché è veramente banale usarlo. Bisogna comunque stare attenti a quello che succede, è una grossa rivoluzione ma può funzionare o meno in base a quello che realmente l'utente riceve e percepisce, soprattutto in fatto di maggiore facilità d'utilizzo.
Da una parte, quella delle piccole realtà, si cerca proprio questo, mentre dall'altra, le grosse società, si vuole avere il pieno controllo del dato e sapere come viene veicolato. Questo almeno quello che riguarda la gestione dei dati di SQL.
Come vedi l'immediato futuro per SQL?
Con le ultime evoluzioni di Office365, tra cui Power BI integrato in Excel che facilita molto la creazione di report dettagliati, è tutto realmente più semplice, a partire però da un fondamentale punto fermo, la qualità del dato.
Il problema delle aziende, in particolare di quelle più grandi, è che la qualità dei dati non è sufficientemente alta per garantire che tutto questo accada.
Nel momento in cui viene creato un data warehouse aziendale, è già un ottimo punto di partenza, perché la fonte dei dati e dei report è unica. Per esempio, un'assicurazione prende i dati da un'unica fonte ed è sicura che, una volta tolti tutti i filtri dai report creati, il dato è quello.
La situazione ideale è un data warehouse centrale, con un pieno controllo degli accessi, affiliato al cloud di Microsoft: posso autenticarmi ovunque io sia, con i dati presi dal database aziendale, ottenendo il meglio dei due mondi. Questa è una soluzione che si diffonderà in modo massiccio da qui a cinque anni, il tempo per la diffusione delle più recenti soluzioni ‘cloud based' (a partire da Windows Azure e Office365).
L'idea è molto interessante, perché da una parte richiede concentrarsi sul dato in sé, la cui qualità non va data mai per scontata, dall'altra elimina o quasi le difficoltà di creare report grazie alle potenza e fruibilità degli strumenti di Power BI integrati in Excel 2013. Il più grosso vantaggio per la diffusione è l'avvicinare all'utente finale quello che in precedenza si vedeva come molto complesso, e questo lascia sperare bene.
Chi è Davide Mauri
Socio fondatore di SolidQ Italia e Mentor, specializzato in problematiche di Data Modeling, Database Design & Architecture, Performance Tuning & Monitoring, Business Intelligence, Reporting e procedure di ETL.
Dal 2010 si occupa di sviluppo di soluzioni di BI Microsoft integrate con SAP e Mainframe.
Nel 2006 ha ricevuto da Microsoft l'MVP Award per la competenza su SQL Server e il supporto alla community italiana. Dal 2007 è presidente di UGISS (www.ugiss.org), il primo è più importante User Group italiano su SQl Server.