Non sto a fare il riepilogo di tutto cià che si detto e fatto, perché ne troverete mille indicazioni sulla blogosfera italiana. Io, invece, vorrei offrire qualche spunto per migliorare lÂ’edizione del prossimo anno, mettendomi nei panni di un possibile allievo.
Come alcuni di voi sanno, questÂ’anno non ero tra i relatori e quindi ho potuto sedermi in platea per ascoltare ed osservare. Ovviamente ne ho approfittato per chiacchierare con i presenti.
Comincerei con la definizione del tipo di evento. Onestamente non mi pare corretto parlare di corso, semmai bisognerebbe parlare di incontri o presentazioni. “Corso” vuol dire che qualcuno insegna ed un altro impara, cosa impossibile con interventi di quindici minuti (venti al massimo) e con cinque o dieci minuti al massimo per le domande, in unÂ’aula con cinquanta persone. Capisco che sia un format che non si può modificare, ma la comunicazione si potrebbe modificare eccome. Chi è interessato a conoscere operatori, confrontarsi, sentire (non imparare) il parere di altri, interverrebbe comunque, ma si eviterebbero aspettative poi deluse.
Bisognerebbe ridurre il livello delle “marchette” portandole a zero. Si può concedere ad un motore di parlare di sé stesso, dato che è lÂ’argomento centrale, ma cià non dovrebbe valere per gli altri. Un conto è una case history, diversa è lÂ’elencazione di servizi e prodotti. A questo fine, credo sarebbe giusto inserire un esplicito punto sul modulo di feedback.
Relatori e moderatori, secondo me, dovrebbero essere scelti anche per la loro capacità di comunicare. Per quanto brava una persona possa essere, secondo me, se poi non è in grado di comunicare efficacemente, alla platea arriva un messaggio incompleto se non addirittura distorto. Ricordiamo che si paga mille euro per accedere allÂ’evento.
I relatori si dovrebbero coordinare tra loro in modo da evitare ripetizioni inutili, quando non evidenti gaffe date da contraddizioni. Non ritengo sostenibile la tesi che il diverso parere possa essere utile, dato che poi non cÂ’è il tempo di discuterle e motivarle. In platea si sentono solo tre diverse indicazioni sullo stesso tema, con grande disorientamento, visto che non cÂ’è poi un contraddittorio tra chi le ha esposte.
In relazione al fatto che i quindici/venti minuti per relatore non si toccano (causa il format), bisognerebbe far sì che lÂ’insieme dei tre interventi costituisca un percorso che nella somma delle tre esposizioni dia un contenuto organico. Ci hanno provato, riuscendoci perfettamente, Miriam Bertoli, Nereo Sciutto e Susan Geraeds nellÂ’incontro Scrivere per i motori di ricerca. Secondo me il meglio riuscito del SES, nonostante fosse stato indicato come base.
Le indicazioni date ai relatori andrebbero fatte rispettare, anche non invitando più il relatore allÂ’anno successivo. Credo che gli intervenuti, in quanto paganti, abbiano dei diritti. Quindi, niente preambolo sullÂ’azienda, indicazione del parco clienti, dati per il contatto, ecc. ecc. Chi vuole, può chiedere alla fine dellÂ’incontro contattando direttamente il relatore.
Secondo me, inoltre, i relatori andrebbero pagati. Il fatto di gratificarli della visibilità che ne ottengono è proprio il motivo per cui si creano poi gli altri problemi. Il relatore invece dovrebbe sentirsi al servizio degli intervenuti e non lÂ’inverso. Ovviamente se viene gratis, è chiaro che non può essere così, anche se per la propria etica, molti sono stati correttissimi (ma ne bastano due per inficiare il lavoro di tutti).
Dato che parliamo di mille euro, credo che anche i dettagli andrebbero meglio curati. Parlo di una migliore traduzione (anzi, di una localizzazione) dei testi e della comunicazione generale, a partire dai totem di benvenuto. Anche la location andrebbe scelta con criteri diversi rispetto agli attuali. Forse meglio un quattro stelle, invece che cinque, ma con la possibilità di connettersi senza spendere 16 euro (meglio ancora gratis, visto la cifra pagata), con bagni che non vengano puliti alle 9 di mattina lasciandoli inagibili per 30 minuti, proprio quando molti ne hanno bisogno prima di entrare in sala. Inoltre alla direzione dellÂ’albergo andrebbe chiesto che gli interventi ad una manifestazione che si tiene nelle loro sale, regolarmente pagate, suppongo, siano a tutti gli effetti considerati clienti della struttura, per evitare che qualcuno si senta dire, a fronte di una richiesta fatta – “Scusi, sa, ma noi questo lo riserviamo solo ai clienti”.