Gli utenti di Spotify che utilizzano un iPhone dovranno rinunciare alla praticità di regolare il volume dei dispositivi connessi tramite i pulsanti fisici del loro smartphone. Spotify ha infatti comunicato che Apple ha eliminato la tecnologia che permetteva questa funzione, costringendo gli utenti a fare affidamento su un controllo meno intuitivo all'interno dell'app.
Il cambiamento riguarda in particolare Spotify Connect, la funzione che consente di gestire la riproduzione su vari dispositivi come altoparlanti, console, smart TV o computer, utilizzando l'iPhone come telecomando. In seguito a questa modifica, per regolare il volume sarà necessario utilizzare un cursore direttamente all'interno dell'applicazione Spotify.
Secondo Spotify, Apple ha smesso di offrire l'accesso alla tecnologia necessaria per garantire il controllo del volume attraverso i pulsanti fisici sui dispositivi connessi, una tecnologia che invece continua a funzionare per Apple Music.
Controllo del volume più stabile
Spotify ha spiegato che l'uso di questa tecnologia è diventato instabile, causando problemi come improvvisi cambi di volume durante la riproduzione. La scelta di eliminare il supporto per i pulsanti fisici, a detta di Spotify, garantirà un controllo del volume più stabile e di qualità superiore.
Anche altri servizi, come l’app Sonos, hanno dovuto abbandonare questa funzione su iPhone, per ragioni simili. Spotify ha sollecitato Apple a fornire un'alternativa che permetta agli sviluppatori di terze parti di avere lo stesso livello di controllo che l'azienda offre sui propri dispositivi, come HomePod e Apple TV, ma finora non ci sono stati aggiornamenti a riguardo.
Alcuni servizi di streaming musicali possono trasmettere direttamente sui dispositivi Apple come HomePod, ma Spotify non ha mai adottato le API necessarie per farlo, costringendo gli utenti a utilizzare AirPlay per riprodurre musica. Nonostante le tensioni con Apple, Spotify ha sottolineato che il Digital Markets Act dell'Unione Europea potrebbe costringere Apple a garantire maggiore apertura e interoperabilità con i servizi di terze parti in futuro.
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