Sony ha presentato al CES di Las Vegas il nuovo modello di fotocamera digitale della linea Cyber-shot, la DSC-G3. Oltre ad una configurazione hardware di tutto rispetto (WiFi integrato, memory card da 4GByte, display touch screen da 3.5" pollici, e lenti Zeiss con zoom ottico 4x) quello che salta all´occhio dell´utilizzatore è la possibilità di poter "inviare le proprie foto" direttamente su un sito Web, su un social network, ad un amico via email, o ad un altro computer della rete.
Il software Sony per il Face Detection e lo Smile Shutter consentono di catturare l´istante in cui la persona fotografata sorride, e ottenere una immagine del volto più naturale con un effetto "occhi-rossi" ridotto. Tutte queste funzionalità sono implementate utilizzando Linux.
Il software a bordo della fotocamera altro non è che una mini distribuzione Linux per dispositivi embedded basata sul prodotto ACCESS Linux Platform (ALP). Si tratta di una piattaforma sviluppata utilizzando diversi componenti software tra cui risaltano il media player gstreamer e il browser sviluppato dalla stessa ACCESS. Chiunque può scaricare il Development Kit.
Il target applicativo di ALP è quello dei sistemi mobile, e in particolare i telefonini di fascia alta. Questo fa presumere che Sony ha dovuto adattare il prodotto di base aggiungendo le funzionalità mancanti. Il kernel Linux utilizzato è il 2.6.11, a cui si accompagna un´immagine software basata su alcuni tool open source tra cui: busybox, netbase, dosfstools e psmisc. Ad oggi è possibile scaricare il sofwtare open source che la Sony mette a disposizione.
Certamente il mercato offre già fotocamere digitali simili per funzionalità alla DSC-G3, ma il dichiarato utilizzo di Linux da parte di Sony è una news senza precedenti, che evidenzia ancora una volta l´elevata maturità del software open source come base per un prodotto commerciale.