Approfittare dei social network a scopo di marketing è sicuramente una delle scelte irrinunciabili per le aziende, indipendentemente dalla loro grandezza. Le piattaforme sociali, infatti, permettono di raggiungere facilmente target differenziati grazie al passaparola, nonché di testare nuove e creative modalità per le proprie campagne d'advertising.
Tuttavia, gli investimenti destinati a questo scopo non sempre raggiungono i risultati sperati, spesso a causa si alcuni errori.
Quali sono i più frequenti nella gestione del marketing social?
Ovviamente, le strategie utili alla propria promozione social dipendono dagli obiettivi che si desidera raggiungere, così come dal target di riferimento per il proprio prodotto o servizio. Di seguito, alcuni consigli che potrebbero risultare utili.
Nessuna ottimizzazione per piattaforma
Uno degli errori più frequenti quando si imposta una strategia di marketing social è, come facile intuire, non approfittare di una chiara ottimizzazione a seconda della piattaforma. L'usanza più comune è quella di produrre un contenuto e moltiplicarlo per tutti gli account sui vari servizi, senza curarsi delle specificità di ognuno di essi.
Se si vogliono ottenere maggiori risultati, soprattutto in termini di ROI, una differenziazione rimane invece necessaria. Ad esempio, su Instagram vanno per la maggiore i contenuti fotografici - meglio ancora se realizzati con l'aiuto di un influencer - mentre Facebook si sta progressivamente orientando sulla predominanza dei video.
Capire quale sia l'uso più frequente della piattaforma di riferimento da parte degli utenti, allora, diventa il segreto per un investimento social davvero vincente.
Non si offre valore
L'obiettivo di ogni campagna di marketing è quello di promuovere un prodotto o un servizio, conquistando quanti nuovi clienti possibili, tuttavia spesso si dimenticano altre necessità ugualmente importanti.
A differenza dei media più tradizionali, infatti, i social richiedono che il marketing "produca valore” per raggiungere un'ampia audience, non necessariamente in senso economico.
L'elemento di "valore" che più ha presa, ad esempio, è quello emozionale: la comunicazione che si andrà a creare dovrà suscitare una reazione nel pubblico, dal divertimento allo stupore, dalla commozione alla gioia. Ancora, il valore creato può essere di tipo informativo, con una comunicazione che porti l'utente a scoprire qualche dettaglio - non necessariamente sul prodotto proposto - a lui sconosciuto.
Infografiche, tutorial, interviste con gli esperti e molto altro ancora: tutto è utile a questo scopo.
Non ascoltare l'utenza
Secondo un recente studio di Brandwatch, il 96% delle persone che discutono online di un prodotto o un servizio non seguono la relativa azienda sui social media.
Questo perché, nella maggior parte dei casi, gli account social dei marchi non sono altro che una semplice vetrina, con interazione ridotta al minimo e scarso engagement per i navigatori.
Questo accade perché raramente si "ascolta" l'utenza, rispondendo alle loro necessità. Gli utenti sui social raramente sono alla ricerca di semplici materiali promozionali su un prodotto o un servizio, mentre spesso vogliono interagire, fare domande, ricevere assistenza, fornire consigli e confrontarsi con altri clienti.
Per questa ragione è sempre necessario un team di social media manager molto affiatato, capace di creare coinvolgimento non solo sul marchio, ma anche approfittando di fatti d'attualità, ondate virali e molto altro ancora.