Le truffe di sextortion, un fenomeno in forte crescita, stanno causando preoccupazione in Italia e nel mondo intero. I criminali informatici stanno affinando sempre di più le loro strategie, sfruttando nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale (AI) e violazioni di dati in grande scala per mettere in atto inganni sempre più verosimili e difficili da individuare. Secondo uno studio recente condotto da Avast, l’Italia è al quinto posto tra i paesi più vulnerabili alle truffe di sextortion, un crimine che sta colpendo un numero crescente di utenti, soprattutto nei primi mesi del 2025.
La sextortion, un termine che unisce “sexual” e “extortion”, si basa sul ricatto che utilizza, a volte falsamente, immagini o video a contenuto sessuale per minacciare le vittime. A fianco dell’Italia, anche altri paesi come gli Stati Uniti, il Regno Unito e l’Australia registrano un preoccupante aumento di questi crimini. La lista dei paesi più colpiti include anche il Giappone, Singapore, Hong Kong, il Sud Africa, gli Emirati Arabi Uniti, la Svizzera e la Repubblica Ceca.
I truffatori stanno perfezionando le loro tecniche, utilizzando tecnologie come i deepfake per rendere le loro minacce ancora più credibili. Questi strumenti consentono di creare immagini e video falsi, sovrapponendo il volto della vittima a corpi nudi, spesso utilizzando foto estrapolate dai suoi profili social. La minaccia di diffondere questo materiale è così realistica che molti si sentono costretti a cedere alle richieste dei ricattatori.
Ulteriori rischi e come proteggersi
Secondo Michal Salat, direttore del Threat Intelligence di Avast, le vittime vengono spesso ingannate tramite email che sfruttano password rubate da data breach, facendo credere loro che i truffatori abbiano accesso a immagini e video privati. La paura di essere esposti pubblicamente, insieme alla precisione dei dettagli personali utilizzati, spinge molte persone ad accettare il pagamento di un riscatto. Gli esperti di sicurezza, però, consigliano di non interagire mai con i truffatori.
In alcuni casi, i criminali vanno oltre, utilizzando anche Google Maps per personalizzare ulteriormente le truffe. Con informazioni reperibili nel Dark Web, inviano email con immagini delle case delle vittime, minacciando la diffusione di contenuti compromettenti se non viene pagato un riscatto. I ricercatori di Avast hanno già individuato oltre 15.000 portafogli Bitcoin legati a questa truffa, ma si stima che il fenomeno sia molto più diffuso.
Per proteggersi, è fondamentale adottare misure di sicurezza come l’utilizzo di password complesse, l’autenticazione a due fattori e il monitoraggio dei dati personali nel Dark Web. Inoltre, le vittime di queste truffe devono sempre segnalare l’incidente alla Polizia Postale.