Dopo numerosi alti e bassi nell'industria, il Cloud (computing) si è ormai affermato come tecnologia da usare nella costruzione delle proprie infrastrutture IT. Durante CloudConf 2019, HTML.it ha intervistato Lorenzo Giuntini, Head of Engineering di Aruba, per fare il punto sulle novità dell'azienda nel corso del 2019.
"A Febbraio abbiamo presentato Aruba Enterprise, quindi ci presentiamo qui sia come Aruba Cloud sia come Aruba Enterprise. [CloudConf 2019] è interessante perché stiamo naturalmente cercando [talento] - è una bella platea per vedere persone nuove e punti di vista innovativi."
Da poco, Aruba è stato anche certificato come Cloud Service Provider per la Pubblica Amministrazione.
"Cloud PA è una qualificazione che ha [creato] AGID per andare a qualificare quelli che loro chiamano CSP (Cloud Service Provider), in modo tale che possano erogare servizi Cloud per le pubbliche amministrazioni."
Dal 1 Aprile, quindi a brevissimo, tutti i servizi Cloud delle pubbliche amministrazioni dovranno essere erogati da piattaforme Cloud qualificate. Teoricamente la pubblica amministrazione, al rinnovo del contratto, non potrà rinnovarlo su ambienti che non siano certificati.
"Quello che sta cercando di fare la pubblica amministrazione con AGID è [un approccio] Cloud First: se dovete scegliere un servizio dall'esterno che non riuscite a fare internamente, prima dovete cercare sul cloud e per potersi appoggiare ad esso dovete appoggiarvi a Cloud Service Provider qualificati.”
Agid ha emanato circolari con requisiti molto stringenti per l’acquisto di soluzioni cloud da parte delle PA. L’obiettivo è limitare l’eterogeneità nella scelta delle soluzioni per garantire servizi di elevata qualità e standard oltre a garantire una continuità di erogazione nel tempo.
Nelle circolari emanate, oltre a richiedere ampie garanzie di affidabilità e performance sono richieste anche funzionalità avanzate come API per la rendicontazione e l’usabilità dei servizi anche a livello programmatico. Grande risalto è inoltre dato alla gestione del dato in termini di sicurezza richiedendo esplicitamente certificazioni sulla gestione e privacy del dato oltre la compliance al GDPR.
Ci sono anche servizi Serverless. "C'è tanto interesse [attorno al serverless]: le aziende più tradizionali si stanno iniziando a muovere e ad interessare. Le startup, piuttosto che le aziende molto piccole, si muovono lì semplicemente per non avere uno strato in più da gestire."
Il serverless, infatti, tende a diminuire o perlomeno a modulare efficacemente i costi di gestione.
"Dipende cosa si intende per costo: se si intende TCO (Total Cost Of Ownership) sì, includendo tutti i costi che sono correlati ad un servizio, dal costo effettivo delle macchine ai consumi fino al personale. Se per esempio riesci a riqualificare il tuo personale per portare avanti il tuo business, puoi permetterti di investire su un servizio di maggior valore ma che nel complesso ti permette di risparmiare. C’è ancora tanto movimento, nuove tecnologie nascono nel giro di poco tempo e si evolvono rapidamente. Una tale evoluzione genera naturalmente interesse, ma l’utilizzo massiccio probabilmente arriverà fra qualche tempo."
Ma i primi passi ci sono già stati.