Immersività è focalizzazione e coinvolgimento: è una moltiplicazione di emozioni che esplodono in qualcosa di nuovo ed ulteriore, che porta in una dimensione parallela nella quale i nostri sensi sono stimolati ai massimi livelli. Nell'era in cui la realtà aumentata cerca i suoi spazi, anche nel mondo della formazione ci sono concept innovativi che si fanno largo: la Scuola 42 sfrutta la possibilità di immergere gli studenti dentro i problemi per insegnare loro a risolverli, dando vita ad una esperienza di apprendimento completamente nuova. Non è un caso se, semantica alla mano, la selezione degli studenti venga fatta attraverso una "piscina", ossia un test immersivo di lunga durata entro il quale occorre dimostrare di sapersela cavare: solo chi impara a dare le prime bracciate riuscirà a galleggiare fino alla fine e potrà entrare a pieno diritto in quella che è una scuola innovativa, ad alta efficacia e - dulcis in fundo - gratuita.
Per capire cosa sia la Scuola 42 è importante partire proprio dalla piscina, il più forte elemento differenziante di questo nuovo approccio all'apprendimento ed all'insegnamento dei linguaggi di programmazione. Abbiamo quindi sentito Rebecca e Matteo, due ragazzi che stanno vivendo la scuola e che hanno ora la possibilità di raccontare quella che è stata la loro esperienza. Per capire di cosa si stia parlando, occorre prima sgombrare il campo da tutti gli stereotipi e le idee che si hanno della scuola in generale, perché la 42 è qualcosa di completamente differente.
Come tuffarsi nella Scuola 42
La differenza tra la Scuola 42 ed una scuola di programmazione tradizionale è la stessa che passa tra il guardare la superficie dell'acqua ed il tuffarvisi all'interno: non c'è nessuno che indichi la direzione, quindi occorre immergersi, nuotare e cercare così di toccare con mano i problemi per scioglierne i nodi. Tuffarsi è gratis e consente di imparare nozioni complesse e preziose, ma è questo un privilegio che occorre guadagnarsi con una prova detta "piscina": ha la durata di un mese e soltanto dimostrando di poterla superare ci si guadagna l'accesso definitivo alla scuola.
Il contesto: Firenze, Innovation Center di fondazione CR Firenze, al fianco del co-working di Nana Bianca. Qui la Scuola 42 ha locali aperti 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, per consentire agli studenti di potersi applicare sulle proprie sfide in qualunque momento lo desiderino, per quanto tempo vogliono, secondo i ritmi ed i metodi che preferiscono. Non esiste infatti un modo standard per affrontare la Scuola 42: ognuno può ritagliare su di sé le modalità migliori per raggiungere quanto prima il traguardo preposto.
Rebecca e Matteo sono due validi esempi per descrivere la 42 poiché esplicitano quanto la scuola possa ospitare persone di differenti età, estrazione, ambizione, formazione e approccio. Non serve presentarsi con alcuna competenza pregressa in termini di programmazione, infatti: lo dimostrano due studenti che provengono da ambiti opposti, diretti in differenti direzioni. Rebecca da parte sua ha visto nella 42 un modo per rafforzare il proprio profilo in un momento nel quale faticava a trovare la giusta collocazione nel mondo del lavoro; Matteo, invece, ha mosso questo passo in ottica di "apprendimento permanente", per un aggiornamento di competenze che vuole essere continuo. Rebecca proviene dalla biologia, Matteo dagli studi in lingue orientali, ma per entrambi la piscina ha dimostrato che le doti di problem solving erano tali da poter avviare un percorso nella programmazione e così è stato.
La piscina
La piscina è il requisito: una prova di quattro settimane, costituita da sfide successive a difficoltà crescente, che mettono alla prova la capacità di trovare soluzioni, condividere metodi e creare dinamiche di squadra utili a raggiungere il risultato. Al termine delle quattro settimane sarà una prova finale a sancire il merito conseguito: il "premio" è la possibilità di accedere definitivamente alla Scuola 42, dalla quale se ne uscirà come programmatori pronti ad essere integrati nel mondo del lavoro con un profilo di altissima appetibilità.
Tutti in una stanza dopodiché… fate!
Rebecca
Per accedere alle piscine è sufficiente superare un paio di test attitudinali utili a dimostrare il possesso delle doti minime per accedere al progetto, dopodiché sarà un colloquio con i responsabili della 42 ad avviare verso l'avvio dell'esperienza. Come funziona la 42? Ci si trova di fronte ad un problema ed occorre risolverlo. Si hanno i testi utili a trovare la soluzione, ma soprattutto si hanno a disposizione compagni di corso che, a prescindere dal punto in cui sono arrivati, potranno suggerire soluzioni e metodi. "Suggerire": quel che in una scuola tradizionale è visto come una violazione del regolamento, nella 42 è invece parte stessa della dinamica di apprendimento. Lo scopo non è infatti quello di accumulare voti e superare esami, ma quello di stratificare le proprie competenze momento dopo momento, metabolizzandole in modo concreto attraverso un processo nel quale ci si sporca le mani sul codice al fine di farlo proprio.
Organizzazione e collaborazione sono il metodo, passione e stimolo sono la benzina: ci si trova così ad essere al tempo stesso alunni e insegnanti, correggendo i progetti altrui e cercando soluzioni per i propri. La logica è quella di un vero e proprio videogioco nel quale ad ogni sfida superata ci si troverà di fronte una sfida ulteriore e più complessa, da affrontare però forti delle competenze acquisite allo step precedente.
Il primo passo consente di entrare nelle dinamiche elementari del linguaggio Bash e nell'utilizzo di git: occorre assimilare alcuni tasselli fondamentali, infatti, per muovere i passi successivi. La curva di apprendimento si fa via via più sfidante, al punto che già entro la fine delle quattro settimane ci si trova ad aver interiorizzato ottime competenze del linguaggio C. In queste settimane di immersione completa si mettono in dubbio molte certezze e ci si trasforma in meccanismi sincronizzati di una grande orchestra: ognuno suona la propria melodia, ma all'interno di un'armonica complessiva che consente a tutti di proseguire e di tagliare il traguardo secondo i propri tempi, ritmi, modi e capacità.
La dinamica collaborativa è al centro di tutto. A differenza delle scuole tradizionali, infatti, la Scuola 42 non prevede una trasmissione delle competenze dall'alto verso il basso, ma una serie di vasi comunicanti tali per cui la trasmissione del sapere è parte integrante della comunicazione. Ogni qualvolta si attivi un rapporto collaborativo con i compagni del corso, infatti, è come se si fosse attivato un nuovo canale bidirezionale di apprendimento/feedback, nel quale entrambe le funzioni sono importanti: l'apprendimento è utile per ricevere informazioni di cui altrimenti non ci si dispone, mentre l'impegno nel fornire feedback è parte essenziale di quella dinamica rafforzativa che consente di consolidare le competenze precedentemente ricevute. In questa fitta trama di informazioni che circolano, la classe impara e insegna, interiorizza ed esprime, si muove e "galleggia": è il movimento complessivo a portare i singoli ad imparare a nuotare ed a portare a termine la piscina.
Rebecca ricorda con favore la propria esperienza nella piscina per la scarica di adrenalina ricevuta: un momento di grande passione e stimolo, una dinamica piacevole di squadra nella quale nessuno sa mai cosa succederà al passo successivo, ma dove tutti sono pronti ad affrontarlo con crescente coinvolgimento. Non un'esperienza per tutti, tuttavia: occorre essere realmente predisposti al problem solving ed all'autoaffermazione per poter proseguire, poiché il traino dei professori tradizionali viene a mancare e non si può contare su altro che non sul proprio sapere e sul proprio sapersi relazionare.
Matteo da parte sua ha potuto partecipare alla 42 anche grazie alla soluzione abitativa messa a disposizione per quanti provengono da fuori Firenze, attingendo così ad opportunità ulteriori rispetto a quelle che già mette a disposizione quella che è una scuola gratuita e nella quale l'unico vero investimento da affrontare è quello di un'esperienza arricchente come quello della piscina.
Iscriversi per iniziare
Iscriversi alla piscina è il primo passo da compiere e la piscina è il primo assaggio della scuola 42: si inizia così il proprio viaggio virtuoso e alternativo verso il mondo della programmazione. Si dimentichi l'immagine del programmatore nerd solitario, perché qui il contesto è esattamente opposto: la 42 può formare chiunque, purché dimostri talento e capacità di trasformarsi in una risorsa da mettere a fattor comune con una comunità che ha medesime ambizioni. La struttura non è impastata di competizione, ma di cooperazione: un mondo alla rovescia, una dinamica virtuosa, un modo nuovo di affrontare quella sfida immensa che si chiama "apprendimento".
Durante la piscina si hanno a disposizione ore e ore di "studio" (lo si può ancora chiamare così?) all'interno degli ambienti sempre aperti della scuola, eventi, workshop, presentazioni aziendali, contaminazioni culturali e molte altre risorse utili ad accelerare il processo di apprendimento e di "community". Ogni settimana ci sono dei piccoli "check" da superare per dimostrare l'avanzamento dei propri lavori ed al termine del primo mese ci deve affrontare l'unico vero esame, un "rush" di 8 ore nel quale mettere nero su bianco le competenze acquisite e superare una sfida decisiva per poter proseguire il proprio percorso nella Scuola 42.
La Scuola 42 è qualcosa di completamente nuovo, frutto di una nuova filosofia che meglio sposa le attitudini di una vasta parte di studenti (giovani e meno giovani) pronti a mettersi in gioco. Chi entra nella piscina affronterà un'esperienza che, a prescindere, diventerà importante bagaglio esperienziale poiché consente di misurarsi con sé stessi e con la propria capacità di affrontare i problemi a viso aperto. Per chi supera questo scoglio si aprono le praterie della programmazione, da cavalcare insieme ai propri compagni di avventura e con di fronte l'orizzonte di un mercato del lavoro che sta cercando programmatori immediatamente pronti ad affrontare la professione.
Ci si iscrive qui. Tutto il resto ve l'hanno appena raccontato Rebecca e Matteo.