Dopo più 10 anni di sviluppo il GRand Unified Bootloader (o se preferite GRUB), componente fondamentale di ogni distribuzione GNU/Linux, ha raggiunto l´attesa e definitiva versione 2.00. Si tratta di un bootloader modulare che si appoggia alle specifiche di Multiboot, ovvero consente di avviare sistemi operativi diversi tra loro, installati sulla stessa macchina - casi tipici sono i dual boot con Windows o macchine con più distribuzioni Linux installate contemporaneamente.
Utilizzato dalla maggior parte delle distribuzioni ben prima di questo rilascio, con la serie 1.9x - sebbene alcune abbiano atteso la release definitiva prima di rendere obsoleto GRUB Legacy, come Gentoo - porta con sé molte novità.
Si parte dal punto di vista architetturale: il supporto GRUB si estende dai BIOS su PC, passando per EFI, sistemi Itanium e Coreboot fino ad arrivare al Lemote YeeLoong, il primo Open Netbook di sempre (dotato del processore Loongson, realizzato in Cina e compatibile con l´architettura MIPS) - utilizzato tra l´altro dal fondatore del progetto GNU Richard Stallman. Interessanti anche i nuovi protocolli di boot: FreeDOS, Ntldr (per caricare il bootloader di Windows), Darwin 11 (ovvero Mac OS X Lion), compreso il più esotico Plan 9.
Per quanto si tratti di una parte fondamentale di ogni sistema, gli sviluppatori hanno avuto un occhio di riguardo per il look and feel, tanto da fornire la possibilità di personalizzare con un tema grafico il bootloader con tanto di font e layout. Nel pacchetto è compreso un tema di default denominato starfield.