Sarà capitato a tutti di ricercare le similitudini fra i font, così da elaborare un design coerente per le proprie pagine web, un'applicazione oppure un prodotto per la stampa. E capita sempre più stesso, quando si ha a che fare con prodotti rivolti alla Rete, di voler utilizzare i Google Web Font, considerata la loro ampia compatibilità e la garanzia di corretta visualizzazione su tutte le piattaforme. Come orientarsi in questo universo?
Per comprendere quali siano i web font fra di loro simili, esiste un comodo sito web. Si chiama "Your Guide To The Best Google Fonts" e spiega, con un sufficiente livello di dettaglio, quali siano le similitudini fra i caratteri, serif o sans serif che siano. In particolare, il database organizza i font seguendo questi criteri:
- Spaziatura e kerning: come le lettere sono disposte spazialmente, la tipologia di kerning che le caratterizza, l'effetto visivo nella disposizione orizzontale;
- Peso: l'impatto visivo di famiglie di font differenti, quando comparabili;
- Ascendenti e discendenti: le lettere allungate verso l'alto o verso il basso ("y", "q","l" e via dicendo) e le loro compatibilità;
- Altezza: famiglie di font con la stessa altezza, quindi visivamente simili.
Definiti questi criteri di base, basta semplicemente utilizzare il tool di ricerca inserendo il nome di un font qualsiasi per ricevere una lista dei web font simili, oppure sfogliare l'elenco disponibile. Ad esempio, il Century Gothic è simile al Muli, e così via per qualsiasi altro carattere di uso comune.
Un simile servizio, al momento limitato a un gruppo ristretto di font, sarà particolarmente utile anche per i web designer, i quali spesso si trovano a dover gestire dei mockup forniti dal cliente, in cui sono presenti dei font per nulla compatibili con il Web e difficilmente riproducibili su tutte le piattaforme, standard o mobile, oggi in circolazione.
Fonte: Joel Crawford Smith