Red Hat ha da poco pubblicato i bilanci per il secondo quadrimestre dell´anno fiscale corrente mostrando profitti in costante crescita. Quello che è interessante è che gran parte dell´aumento dei profitti non è solamente dovuto al business Linux ma anche a nuovi elementi come middleware, piattaforme cloud (chi ha detto OpenStack?) e sistemi di storage. Frecce che si aggiungono al già ricco arco delle offerte dell´azienda.
I ricavi degli ultimi quattro mesi di Red Hat sono arrivati alla cifra considerevole di 323 milioni di dollari con un incremento del 15% rispetto allo scorso anno. Un ottimo risultato, utile soprattutto per confutare chi vuole dipingere l´open source come fallimentare dal punto di vista economico e aziendale.
Tuttavia una dichiarazione di Jim Whitehurst, CEO di RedHat, sembra quasi smarcarsi dall´importanza che Linux, o quanto meno la sua natura open, ricopre nel successo dell´azienda dal cappello rosso:
Francamente, ad essere sincero, non conosco nessuna CIO a cui importi di Linux. Dopotutto è così in profondità nello stack operativo. [...] Si, lo so che lo usano e che gli aiuta a risparmiare ma non è questo che lo rende strategico.
Dichiarazioni impregnate di puro realismo che forse non mancheranno di accendere qualche discussione.