Nelle ultime settimane ho avuto modo di confrontarmi con alcuni colleghi, ufficialmente concorrenti, sulla questione legata alle informazioni private e non del mondo SEO.
Il punto centrale di alcune riflessioni è che molto spesso le agenzie tendono a non voler rivelare ai propri clienti alcuna informazione in merito a strategie, procedure alla base dell'attività che stanno svolgendo. Insomma, secondo questa politica di pensiero i clienti dovrebbero stare fermi e pazienti attendendo che i risultati del loro investimento arrivino.
La domanda sorge spontanea. àˆ corretto non rivelare informazioni sulla propria attività al cliente? E soprattutto, qual è il limite delle informazioni che un SEO potrebbe/dovrebbe fornire?
Il punto fondamentale della questione è che molto, troppo spesso, attività SEO si limitano a semplici interventi sulla struttura delle pagine, pratiche che una volta comunicate un cliente smaliziato può tranquillamente "rivendersi" o applicare in casa. Il pericolo, in questi casi, è che il cliente prenda consapevolezza delle attività rendendo inutile la necessità di ricorrere a servizi SEO.
Ma il vero SEO non è questo. Finché le attività di ottimizzazione si limiteranno ad una serie di modifiche che chiunque altro è in grado di fare, allora l'utilità di un servizio SEO sarà sì e no pari a 0. E a nulla vale il "vantaggio" di mantenere il cliente disinformato poiché prima o poi dovremo rendere conto di quanto è stato realizzato.
Il vero SEO è ricerca e sviluppo. La professionalità di un SEO non si misura con il metro del quanto è in grado di apparire ma nella capacità di individuare le keyword ed i temi maggiormente attinenti ad un sito, ottimizzare le risorse di quel sito per massimizzare potenzialità , traffico e ritorno degli investimenti. La creatività di un'attività SEO, l'esperienza di colui che opera nel settore risulteranno sempre fondamentali in quest'ottica. Estremamente significativo, su questo tema, l'articolo di David Wallace.
Vorrei concludere con un piccolo aneddoto.
Ricordo che un giorno ebbi modo di confrontarmi con un grande chef. Questo personaggio aveva raccolto tutte le sue ricette più famose in una pubblicazione liberamente acquistabile. Stupito di questa scelta assolutamente controtendenza gli chiesi se non avesse paura che ora troppe persone fossero in grado di fargli concorrenza. Con estrema tranquillità , ed un pizzico di ambizione, mi rispose: "il segreto non sono gli ingredienti ma colui che prepara la ricetta, l'esperienza acquisita nel tempo e nella ricerca."
"E se un domani", continua lui, "qualcuno arriverà a saper preparare le mie ricette con la stessa perfezione io mi auguro di essere stato in grado di averne create altrettante nuove, altrimenti vorrà dire che non sarà più in grado di essere un vero professionista."
Consapevole che quanto espresso è parte del mio pensiero ma potrebbe non essere condiviso da tutti, rilancio la domanda: Quante informazioni i SEO dovrebbero rivelare ai propri clienti?