L'uso quotidiano di computer e software conferma puntualmente molte teorie sul design e sugli errori di progettazione. Basta rendersene conto e fermarsi un attimo a pensarci. Anche senza ricorrere all'autorità di personaggi come Bruce Tognazzini o Joel Spolsky e ai loro scritti sui principi di base nella progettazione di interfacce e sulle aspettative dell'utente, è facile sperimentare sulla propria pelle il potere del default.
Da anni uso come lettore di feed RSS NetNewsWire. Dalla versione 2.0 (ormai vecchiotta, direi) è dotato di un browser integrato che si appoggia al motore di rendering di Safari. Un click su una news presente in un feed e si apre in una nuova tab la pagina web. Non la sfrutto molto questa feature preferendo aprire i link in Safari. La uso spesso, invece, in un caso: se trovo segnalato tra gli aggiornamenti un nuovo blog di cui mi interessa aggregare il feed, per esempio, clicco sul link, apro il sito e... Aperto il sito il mio sguardo cade implacabilmente sulla barra dell'indirizzo, dove mi aspetto di trovare l'icona RSS. Invece ecco cosa vedo:
Dov'è l'icona? Possibile che su un blog di Om Malik non ci sia un feed o che non abbiano usato l'autodiscovery? Ma sì, il feed c'è. Clicca, esplora, possibile che devo copiare e incollare la URL per sottoscriverlo?
Alla fine gli occhi puntano casualmente sull'angolo inferiore destro della finestra: l'icona è lì, dov'era su Firefox prima della versione 1.5. Ora, io quell'icona lì in basso l'avevo sicuramente già usata, ma abituato ormai alla posizione standard che occupa oggi sugli altri browser l'avevo di fatto dimenticata, rimossa.
Chiedo a questo punto a quanti tra voi sono impegnati nella progettazione di interfacce per il web e non solo: quanto tenete conto nei vostri progetti di questa sorta di 'fattore default' (lo user model di cui parla Spolsky)?