Quando e come utilizzare l'elemento section di HTML5

Tra tutti i nuovi elementi di markup introdotti attraverso HTML5, section è forse il più utilizzato per scopi diversi da quelli per i quali è stato concepito; non di rado esso viene impiegato nei documenti in sostituzione dei div, ma questa impostazione può considerarsi corretta dal punto di vista del rispetto delle specifiche? Sulla base delle indicazioni fornite dal W3C la risposta non potrebbe essere che negativa.

Le specifiche stabiliscono che section rappresenta una sezione generica (non un semplice "contenitore") di un documento o di una Web application, dove per "sezione" si intende uno spazio destinato a delimitare contenuti riferiti ad un tema specifico; per cui un esempio di uso corretto dell'elemento section potrebbe essere una serie di capitoli recanti dei titoli come intestazioni (heading) o, nello stesso modo, un contratto suddiviso in diversi punti che ne evidenzino le clausole.

Da questo punto di vista, l'errore che consisterebbe nell'utilizzare section come sostitutivo del div, deriverebbe dal fatto che altri elementi strutturali di HTML5, come per esempio header e footer, vengono adottati in aree dei documenti prima definite attraverso i div; ma mentre questi ultimi sono sostanzialmente degli elementi neutrali dal punto di vista semantico, section ha invece un significato preciso per quanto riguarda il flusso dei contenuti.

Infatti, sempre facendo riferimento alle specifiche, l'elemento section non può essere considerato un contenitore generico, per cui è consigliabile utilizzare div per finalità legate alla stilizzazione o allo scripting mentre:

A general rule is that the section element is appropriate only if the element's contents would be listed explicitly in the document's outline.

Questa distinzione diventa particolarmente importante dal punto di vista dell'accessibilità e dell'azione degli screen readers che per il loro funzionamento necessitano di identificare il più possibile univocamente le componenti di pagina.

Per approfondire: W3C, Léonie Watson