La strategia di Oracle a proposito di Java va definendosi sempre meglio. L´aver adito le vie legali contro Google con l´accusa di plagio aveva già segnalato le intenzioni dell´azienda di voler trarre direttamente profitto dalla proprietà acquisita a seguito dell´acquisto di Sun; le intenzioni, formalizzate da Adam Messinger, vicepresidente di Oracle con delega allo sviluppo, di rilasciare due differenti edizioni della Java Virtual Machine, una gratuita e una a pagamento, non fanno che confermare tutto ciò.
Sia l´edizione gratuita che quella a pagamento si baseranno su un ibrido tra la virtual machine HotSpot di Sun (quella attuale) e JRockit, un´implementazione proprietaria della JVM acquistata da Oracle stessa circa otto anni or sono e utilizzata nelle sue soluzioni middleware. La fusione tra i due software era già stata annunziata all´inizio di quest´anno.
Secondo Messinger, chi usa la JVM non deve preoccuparsi di eventuali costi aggiuntivi, dal momento che
facciamo già tanti soldi grazie a Java per altre vie.
Oracle intanto dichiara, per bocca di Henrik Ståhl, che l´aver rifiutato ad Apache Harmony il riconoscimento quale implementazione di JVM non implica alcuna volontà dell´azienda di tagliar fuori un potenziale rivale. Resta da vedere se sarà davvero così.