OpenAI ha stretto una collaborazione strategica con Condé Nast, una delle più importanti case editrici del mondo, con l’obiettivo di integrare i contenuti di rinomate pubblicazioni come Vogue e The New Yorker all'interno dei suoi modelli di intelligenza artificiale, tra cui ChatGPT e SearchGPT. Questo accordo potrebbe segnare un punto di svolta nella relazione tra IA e settore editoriale, un campo sempre più interessato da dibattiti sul corretto utilizzo dei contenuti online.
L'intesa arriva in un periodo in cui le preoccupazioni per l'impiego non autorizzato dei materiali editoriali da parte dei chatbot sono in crescita. Condé Nast, insieme a numerosi altri editori, ha già avviato azioni legali contro aziende accusate di sfruttare illecitamente i loro contenuti.
L'accordo con OpenAI rappresenta un tentativo di trasformare una potenziale minaccia in un’opportunità economica, offrendo agli editori compensi adeguati e ponendo le basi per una cooperazione sostenibile.
Roger Lynch, CEO di Condé Nast, si è detto entusiasta di questa collaborazione
Per facilitare questa nuova sinergia, OpenAI ha lanciato un’iniziativa denominata Publishers' Program, un progetto che punta a condividere i ricavi pubblicitari derivanti dall’uso dei contenuti delle realtà editoriali partecipanti. Oltre a Condé Nast, hanno aderito al programma anche altri giganti dell’editoria come News Corp, Vox, The Atlantic e Axel Springer, dimostrando un forte interesse per questa nuova modalità di monetizzazione.
Roger Lynch, CEO di Condé Nast, ha evidenziato come questa partnership rappresenti un passo fondamentale in un periodo in cui le grandi aziende tecnologiche hanno spesso ostacolato gli editori tradizionali.
Secondo Lynch, la collaborazione con OpenAI offre una via per redistribuire parte delle ricchezze generate dall’intelligenza artificiale, permettendo agli editori di continuare a investire nella produzione di contenuti di alto livello. L alleanza tra OpenAI e Condé Nast potrebbe tracciare una nuova rotta per il futuro dell'editoria, segnando l'inizio di una fase più collaborativa tra intelligenza artificiale e creatività editoriale.
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